La giornata di ieri a Stoccolma potrebbe rappresentare un ulteriore, decisivo, freno per il sì turco all’adesione del Regno di Svezia all’Alleanza atlantica.

Nel cuore della capitale svedese ieri si sono radunate diverse migliaia di persone per protestare contro la richiesta di adesione del loro paese all’alleanza militare.

SOTTO IL CARTELLO «No alla Nato, nessuna alleanza con i fascisti», la piattaforma ha raccolto decine di adesioni della sinistra radicale svedese, dai gruppi anarchici all’organizzazione giovanile del Partito della sinistra.

A coordinare la manifestazione e le iniziative che hanno preparato il corteo i «comitati del Rojava» che, già la scorsa settimana davanti al municipio di Stoccolma, avevano appeso a testa in giù un manichino con le sembianze del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, suscitando reazioni violentissime da parte delle autorità e dell’opinione pubblica turca.

Proprio l’esibizione di quel manichino aveva provocato la cancellazione della visita ad Ankara, prevista in settimana, del presidente del parlamento svedese, il conservatore Andreas Norlén, l’apertura di un’indagine da parte della polizia scandinava e la rivendicazione dell’iniziativa da parte della rete di solidarietà svedese con il popolo curdo.

Che ha dichiarato: «L’azione è stata un modo per attirare l’attenzione sulle pressioni della Turchia verso il nostro paese. La nostra Costituzione difende il diritto a protestare, anche in queste forme e tutti i politici dovrebbero difendere questo diritto».

LA MANIFESTAZIONE di ieri contro il futuro alleato militare turco non è stato però l’unico evento ad aver esacerbato, ulteriormente, i rapporti tra i due paesi. Sempre ieri, nel primo pomeriggio, l’esponente di estrema destra, Rasmus Paludan, si era recato davanti all’ambasciata turca a Stoccolma per dare fuoco a una copia del Corano.

L’iniziativa, annunciata dal politico islamofobo pochi giorni fa, aveva già scatenato una forte reazione delle autorità turche che avevano convocato l’ambasciatore svedese ad Ankara, Staffan Herrström. Il governo turco aveva chiesto alle autorità svedesi di vietare sia la manifestazione di Paludan sia il corteo contro la Nato.

Di fronte alla risposta di Stoccolma che «non ravvisava motivazioni per vietare gli eventi», il governo di Erdogan ha deciso di annullare la visita in Turchia, prevista per la prossima settimana, del ministro della difesa svedese Pål Jonson.

LE TENSIONI tra Turchia e Svezia vanno avanti da alcune settimane; dopo la consegna alla Turchia, all’inizio di dicembre, del primo militante curdo rifugiato in Svezia, Mahmut Tat, Stoccolma si era rifiutata di concedere l’estradizione di altri quattro cittadini di origine turca, tra i quali anche un giornalista, che secondo Ankara farebbero parte del movimento di opposizione gülenista.

La possibilità di arrivare entro il vertice Nato di Vilnius del prossimo luglio a un’adesione piena della Svezia all’Alleanza si sta sempre più assottigliando.