ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa giornata di guerra

Cremlino apre a incontro Putin-Biden. Il G7: noi al fianco di Kiev

Mosca apre a un faccia a faccia con Washington. Kiev teme una nuova escalation dopo il raid missilistico del 10 ottobre

Stoltenberg: "Putin ha iniziato la guerra e deve farla finire ritirando le truppe"

2' di lettura

Da un lato qualche spiraglio di dialogo, con l’apertura di Mosca a un faccia a faccia con gli Usa e il vertice in arrivo fra Putin e Erdogan. Dall’altro un’escalation sempre nel vivo, con un nuovo raid missilistico della Russia e la linea della fermezza del presidente ucraino Zelensky: no a qualsiasi dialogo con Putin. È il bilancio che emerge dal 230esimo giorno della guerra fra Russia e Ucraina, dopo l’attacco di vasta scala dispiegato il 10 dalla Russia contro Kiev e altri bersagli sul territorio ucraino.

Secondo Kiev, i soldati russi uccisi dall’inizio dell’invasione sarebbero almeno 63mila, a fronte di perdite crescenti nella popolazione del paese invaso. Nel Donetsk, le autorità ucraine hanno esumato 78 corpi tra cui una bimba di un anno seppellita con i familiari.

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Russia apre a incontro con Usa. Il 13/10 vertice con Erdogan

Sul versante diplomatico, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha dichiarato che la Russia è pronta a considerare una proposta di incontro tra Putin e Biden al G20 in Indonesia. Ad oggi, ha però aggiunto, non vi è stata alcuna proposta seria da parte Usa. Lo stesso Putin incontrerà giovedì 13 ottobre il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, ad Astana, a margine di un vertice regionale nella capitale del Kazakistan. Lo stesso Erdogan si è espresso più volte in favore di un negoziato fra le parti, auspicando una risoluzione del conflitto che logora da otto mesi l’Europa dell’Est.

Zelensky: no a dialogo con Putin. Il G7: noi con Kiev

I toni di Mosca non convincono Kiev. II presidente ucraino Zelensky teme un’escalation di attacchi e ha ribadito che non potrà esserci un dialogo con Putin, a maggior ragione dopo i missili piovuti - nuovamente - sull’Ucraina con il blitz del 10 ottobre. Anche i leader del G7, riuniti in videoconferenza con Zelensky, confermano la propria vicinanza all’Ucraina e condannano l’aggressione russa. «Il nostro incontro si è svolto sullo sfondo dei più recenti attacchi missilistici contro infrastrutture civili e città in tutta l’Ucraina, portando alla morte di civili innocenti - hanno detto i leader - Condanniamo questi attacchi nei termini più forti possibili e ricordiamo che attacchi indiscriminati contro civili innocenti costituiscono un crimine di guerra. Riterremo responsabili il presidente Putin e chiunque altro».

Germania consegna sistema difesa area. Nato: servono più armi

La Germania ha intanto consegnato il primo dei quattro sistemi di difesa aerea Iris-T Slm promessi all’Ucraina. Il passaggio sarebbe avvenuto vicino al confine con la Polonia. La Nato ha elogiato l’impegno di Berlino e annuncia, a sua volta, un aumento della produzione di armi. Il 12 ottobre si riuniranno nel quartier generale della Nato i ministri della Difesa dei 30 alleati e il gruppo di contatto per l’Ucraina guidato dagli Usa per coordinare i contributi dei singoli Stati. II segretario generale Stoltenberg annuncia un cambio di paradigma e nei volumi delle forniture. Finora, è il ragionamento di Stoltenberg, abbiamo fornito le armi a Kiev attingendo dalle scorte ma ora è il momento di aumentare la produzione di armi e produzioni o i paesi Nato rischiano di veder diminuire la propria deterrenza.

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