Doppio colpo alle città ucraine. Una nuova ondata di bombardamenti massicci e concentrati si è abbattuta sui principali centri del Paese ma stavolta la dinamica è stata differente dagli attacchi precedenti. È la prima volta, infatti, che l’artiglieria di Mosca colpisce due volte nello stesso giorno con un’intensità così alta. Ed è anche il primo bombardamento sistematico del nuovo anno, a quasi due settimane dall’ultimo che aveva lasciato al buio quasi «due ucraini su tre», come dichiarato dalle autorità locali.

GLI ALLARMI sono risuonati in quasi tutta l’Ucraina già alle prime luci dell’alba di ieri e dopo poco Kiev, Dnipro, Leopoli, Vinnystia, Sumy e altre città sono state investite da una salva di missili da crociera diretti alle infrastrutture energetiche urbane e ai centri di produzione e di stoccaggio. Nella capitale i missili sono esplosi prima che le sirene antiaeree suonassero, evento affatto comune. Secondo il portavoce delle forze aeree ucraine Yuri Ignat, il motivo è che si trattava di missili balistici, più veloci dei missili da crociera o dei droni. L’attacco sarebbe stato lanciato da nord e quindi, anche se Ignat non lo dice apertamente, dalla Bielorussia. In questo attacco un importante infrastruttura non meglio specificata è stata colpita. Del resto, ben 28 siti sono stati gravemente danneggiati o distrutti, 11 regioni sono state costrette a decretare tagli della corrente prolungati per permettere le riparazioni.

SI SA GIÀ che in alcuni punti non si riuscirà a ripristinare la piena portata e quindi si stanno approntando piani d’emergenza e tagli alternati per zona o per fascia oraria. Spesso, gli snodi della rete elettrica e idrica sono ancora gli stessi dell’epoca sovietica e a Mosca usano quelle mappe per mirare. Altrimenti, si usano le rilevazioni satellitari o addirittura le mappe dei motori di ricerca come Google Maps. I cosiddetti «danni collaterali» sono una costante e capita di frequente che un palazzo residenziale sia nella traiettoria del missile che doveva colpire a poche centinaia di metri. Non è, ovviamente, una giustificazione; se quella testata non fosse stata lanciata non si sarebbe neanche schiantata incidentalmente su un palazzo di civili. Ma ciò spiega alcuni attacchi, in altri casi comprendere la ragione dello sventramento di una palazzina popolare in mezzo ad altre decine di edifici simili, in un’area periferica, è molto più difficile. Secondo gli analisti altri fattori sono l’uso di armamenti impropri o datati. I missili S-300, ad esempio, dovrebbero essere usati per la contraerea e non per bombardare obiettivi a terra. I lanciarazzi multipli Grad colpiscono in un’area che può estendersi anche per decine di metri e se tira troppo vento o sono sparati da troppo lontano hanno un’alta probabilità di mancare il bersaglio. Inoltre ci sono le informative dell’intelligence. Al comando russo dal quale viene lanciato l’attacco possono aver ricevuto un rapporto secondo il quale nel punto XY c’è un concentramento di soldati nemici, tuttavia quell’informazione può essere sbagliata o semplicemente vecchia, e così nascono le stragi.

TUTTO CIÒ comunque non spiega la seconda ondata di bombardamenti di ieri pomeriggio, a nemmeno 6 ore dalla prima. A Dnipro un missile ha distrutto un’intera sezione di un palazzo residenziale di 9 piani causando la morte di 5 persone e il ferimento di almeno altre 20. Al momento non è noto quante persone siano rimaste sotto le macerie e i soccorritori sono all’opera, come ha spiegato il vice capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Kyrylo Tymoshenko.
A Kharkiv, 2 missili hanno colpito nuovamente un’infrastruttura già bersagliata la mattina, ha dichiarato il governatore regionale Oleg Syniegubov, specificando che dei missili S-300 hanno puntato «strutture della rete elettrica ed edifici industriali di Kharkiv e delle zone periferiche della regione». Anche il governatore di Leopoli, Maksym Kozytskyi, ha parlato di infrastrutture seriamente danneggiate nella sua regione.