Visita a sorpresa a Parigi di Volodymyr Zelensky ieri sera, dopo la tappa di Londra. Oggi, anche se non c’è una conferma ufficiale, il presidente ucraino sarà a Bruxelles, per il Consiglio europeo straordinario dei 27 e si esprimerà anche di fronte al Parlamento europeo. Alla cena all’Eliseo ha partecipato ieri il cancelliere Olaf Scholz.

È il secondo viaggio all’estero di Zelensky, che ha scelto come prima tappa Washington lo scorso 21 dicembre (con uno scalo in Polonia al ritorno). All’avvicinarsi della data simbolica dell’aggressione russa del 24 febbraio 2022, Zelensky, inquieto per la situazione sul terreno che “si complica”, aveva ieri due obiettivi. Il primo è militare: la sequenza delle tappe – Washington, poi Londra infine Parigi – risponde all’importanza dei rispettivi paesi nel rifornimento di armi (Usa poi Gran Bretagna). Zelensky chiede armi e munizioni.

La Ue ha finanziato l’Ucraina in quest’anno di guerra con circa 50 miliardi di euro, che salgono a 67 con gli aiuti militari bilaterali. A gennaio, la Francia si è impegnata a fornire dei carri AMX10-Rc, il 3 febbraio con l’Italia Parigi ha confermato la consegna in primavera del sistema di difesa Samp/T-Mamba e l’invio di radar Thales GM200 per rafforzare il sistema Samp/T. Ma, a differenza del viaggio in treno a Kyiv il 16 giugno scorso, dove con Macron e Scholz c’era anche Draghi, ieri l’Italia era assente alla cena all’Eliseo.

La redazione consiglia:
Migranti, l’Ue prepara la stretta su Ong e confini

La Germania ha confermato l’approvazione dell’export di 178 Leopard 1, anche da paesi terzi. Germania, Olanda e Danimarca invieranno almeno 100 Leopard 1 del tipo A5, che sono in stock (20-25 prima dell’estate), oltre a 31 Leopard 2 da Berlino in primavera. Ma ormai la pressione è sugli aerei caccia: Macron non ha chiuso la porta (ha dei Mirage, l’aviazione francese sta passando ai Rafale), mentre per Scholz sono ancora una linea rossa da non oltrepassare.

Il secondo obiettivo di Zelensky alla cena di ieri è difatti politico: Francia e Germania sono preoccupate dall’escalation, vogliono la vittoria dell’Ucraina ma non la disfatta della Russia, a Parigi cresce la domanda di dibattito politico sulla nuova tappa della fornitura di caccia. Zelensky ieri è venuto a verificare la persistenza del sostegno politico di Parigi e Berlino (ci sono state 43 videoconferenze tra Macron e Zelensky in un anno).

Dopo lo statuto di candidata alla Ue a giugno, al Consiglio europeo a Kyiv il 3 febbraio (e la visita la vigilia della presidente della Commissione con 15 commissari), l’Ucraina non ha ottenuto una data precisa per l’entrata nel blocco, ma l’impegno a una partecipazione per tappe al mercato unico. Inoltre, la Ue si è impegnata sull’inchiesta sui “crimini di aggressione” di Mosca, prima tappa verso un tribunale speciale. Sulla visita a Bruxelles ieri c’è stata confusione, perché in mattinata la notizia è stata “bruciata” dai servizi della presidenza dell’Europarlamento e dal Ppe: una “totale irresponsabilità” per il presidente del Consiglio, Charles Michel.