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  • Sabato 15 ottobre 2022

Ci vorranno settimane per ripristinare la rete elettrica in Ucraina dopo i bombardamenti russi

Che hanno distrutto circa il 30 per cento delle infrastrutture, creando problemi alla popolazione e all’economia

(AP Photo/Francisco Seco)
(AP Photo/Francisco Seco)
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Il gravissimo bombardamento russo compiuto su obiettivi civili in Ucraina a inizio settimana – che poi è proseguito con attacchi nei giorni successivi – ha provocato grossi danni alle infrastrutture elettriche di tutto il paese, considerati senza precedenti in questa guerra. Ci sono regolari interruzioni di corrente in diverse aree e si stima che sia stato danneggiato più di un terzo di tutta la rete elettrica nazionale: per riparare i danni potrebbero volerci settimane.

I bombardamenti russi erano iniziati lunedì mattina intorno alle 8:30 (le 7:30 in Italia): la Russia aveva bombardato un’area centrale di Kiev, la capitale dell’Ucraina, e numerose altre città, con decine di missili che avevano colpito quasi esclusivamente obiettivi civili.

Il presidente russo Vladimir Putin aveva descritto i bombardamenti come una vendetta per l’esplosione che sabato 8 ottobre aveva seriamente danneggiato il ponte che collega la Russia alla Crimea: per i russi quel ponte aveva una grandissima importanza strategica nel conflitto e veniva usato per il rifornimento dell’esercito russo impegnato nell’invasione del sud dell’Ucraina.

– Leggi anche: Il gravissimo bombardamento russo in Ucraina

In questi mesi di guerra l’Ucraina si era in parte preparata ad attacchi di questo tipo. Ivan Plachkov, ex ministro delle Politiche energetiche ucraino, ha spiegato al New York Times che erano state predisposte centrali elettriche indipendenti in grado di funzionare come «isole di approvvigionamento energetico» anche in caso di danneggiamenti alla rete nazionale.

I danni provocati dai bombardamenti sono stati comunque enormi: nella sua comunicazione giornaliera di mercoledì scorso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che i bombardamenti hanno danneggiato le infrastrutture elettriche di 12 regioni ucraine oltre che quelle della capitale Kiev. Sembra tra l’altro che ci siano stati alcuni attacchi anche nei giorni successivi, tra cui uno mercoledì alle infrastrutture energetiche di Kamianske, città industriale nell’Ucraina orientale.

Volodymyr Kudrytskyi, direttore di Ukrenergo, azienda che gestisce i sistemi elettrici ucraini, ha detto che i suoi operatori hanno lavorato senza sosta «letteralmente senza mangiare e senza dormire» per riparare i danni. Secondo funzionari del governo ucraino ascoltati dal New York Times e da CNN i bombardamenti russi hanno danneggiato circa il 30 per cento delle infrastrutture elettriche di tutto il paese. Parte di questi danni sono stati riparati, ma in almeno quattro regioni, ha detto Zelensky mercoledì, i lavori sono ancora in corso.

Tutto questo ha avuto conseguenze anche economiche: l’Ucraina è un paese esportatore di energia elettrica, dato che soprattutto in epoca sovietica, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, sul suo territorio furono costruite diverse centrali nucleari e a carbone, sistemi idroelettrici e linee di trasmissione per vendere energia ai paesi dell’Europa occidentale. Secondo stime citate dal New York Times, prima della pandemia l’Ucraina produceva circa il doppio dell’energia elettrica consumata all’interno del territorio nazionale e ne vendeva la maggior parte ai paesi dell’Unione europea. I guadagni ottenuti dalla vendita di energia avevano contribuito a sostenere l’economia ucraina anche durante i mesi di guerra.

Anche per questo mercoledì, in un collegamento a distanza durante l’incontro annuale tra la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale, il presidente Zelensky ha chiesto l’equivalente di 72 miliardi di dollari di aiuti per sostenere il deficit dell’economia ucraina dell’anno prossimo e ricostruire una serie di infrastrutture, tra cui quelle della rete elettrica, per cui ha stimato costi per circa 2 miliardi.

I danni provocati dai bombardamenti si sono inoltre aggiunti a quelli già subiti nel corso dei mesi passati anche per le fonti rinnovabili di energia, da cui proviene circa il 12 per cento delle forniture nazionali. Nataliya Katser-Buchkovska, ex membro del parlamento ucraino, fondatrice del Fondo sostenibile ucraino ed esperta del sistema energetico nazionale, ha detto al New York Times che il controllo stabilito dai russi nelle aree a est e a sud dell’Ucraina ha impedito l’accesso a circa metà di queste fonti.

Katser-Buchkovska ritiene che per ripristinare la rete elettrica ucraina ci vorranno diverse settimane.