La vita di Jaheim McMillan si è spenta davanti a un supermercato di una cittadina affacciata sul Golfo del Messico. Morto mentre si trovava nelle mani dell’autorità, la polizia della Contea, insieme ad altri quattro ragazzi fermati davanti allo store in cui si va per risparmiare qualche penny per arrivare a fine mese. Secondo la polizia i cinque ragazzi avevano minacciato i passanti con delle armi. Arrivata sul posto il ragazzo avrebbe provato la fuga armato e per questo contro di lui sarebbe stato aperto il fuoco. Questa la spiegazione che ha dato Adam Cooper, capo della polizia di Gulfport. Niente che comunque giustificasse l’uccisione di un ragazzo di 15 anni. Una testimone, in un video che sta diventando virale, ha detto che il ragazzo era disarmato e aveva le mani in alto quando è stato raggiunto dal proiettile. Anche la madre, Katrina Mateen, ha detto che il giovane non aveva una pistola con sé. Arrivata insieme ad altri parenti sul luogo della sparatoria anche la madre del giovane è stata ammanettata e portata dall’altro lato della strada. 

Riverso a terra, nel suo stesso sangue, sarebbe stato ammanettato prima di essere trasportato d’urgenza in ospedale dove poi è morto nella giornata di sabato, dopo 36 ore attaccato a una macchina. Un caso così distante come dinamica da quello che aveva acceso la scintilla della rivolta negli Stati Uniti, quello di George Floyd, ma che sembra avere i soliti tratti razzisti e disumani, stavolta verso un ragazzo di appena quindici anni. Nella Gulfport che il 7 giugno 2020 si era riunita nel parco della città, Jones Park, da sabato si fa la solita cosa che era stata fatta per l’omicidio di Minneapolis: chiedere giustizia. 

In dubbio ci sono le azioni compiute dagli ufficiali di polizia, reticenti nel rilasciare il video dell’arresto, e quindi della sparatoria, e si protesta per un altro, l’ennesimo, omicidio che colpisce la comunità afroamericana. La notizia non ha ancora attirato la partecipazione dell’opinione pubblica come accadde nel 2020, ma a Gulfport si continua a manifestare. Davanti al luogo dell’incidente e davanti alla stazione di polizia. Indagherà sulla sparatoria anche il Mississippi Bureau of Investigation (Mbi) per capire tutte le dinamiche dell’accaduto e perseguire i colpevoli. 

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