Per l’ambasciatore dei Mondiali di calcio del Qatar, Khalid Salman, l’omosessualità è un «danno pischico». L’ha dichiarato in un’intervista all’emittente televisiva tedesca Zdf, dicendo che «la cosa più importante», per quanto riguarda l’arrivo di persone gay nel suo Paese, è la seguente: «Tutti accetteranno che vengano nel nostro Paese. Ma loro dovranno accettare le nostre regole». Immediata è stata la risposta della ministra dell'Interno tedesca, Nancy Faeser, che ha definito «orribili» le parole di Salman.
Purtroppo, però, reazioni del genere servono a poco, perché, come evidenziato da un report dell’Human Rights Watch e dalla testimonianza di un uomo gay residente in Qatar, gli abusi e le violenze della polizia qatariana contro le persone della comunità LGBT non si arrestano. Nemmeno di fronte all’inizio dei mondiali il 20 novembre, nemmeno dopo le pressioni di FIFA e della comunità internazionale al rispetto di un torneo inclusivo per tifosi e calciatori.

La testimonianza dell’uomo omosessuale violentato da diversi agenti della polizia
«Sono stato vittima di uno stupro di gruppo da parte delle forze di sicurezza qatariane». Ali (nome di fantasia, ndr.) è un uomo gay di origine filippina che lavorava in Qatar come assistente d’ufficio. Ha denunciato quanto gli è accaduto al quotidiano britannico i, che ne riporta la storia. 
Tutto è cominciato quando Ali ha ricevuto un messaggio su un'app per incontri gay da un uomo che sosteneva di essere un lavoratore turco. Con la falsa promessa di una somma di denaro è stato attratto in una stanza d’albergo, dove ad aspettarlo c’erano sei uomini che si sono identificati come polizia del Qatar. «Volevo davvero saltare dalla finestra, ma non potevo, era troppo alta e mi avevano già messo all'angolo all'interno della stanza. Mi hanno preso e buttato sul letto. Hanno iniziato a violentarmi a turno», ha raccontato.
Dopo aver subito la violenza, «ho dormito in prigione per una notte e quando mi sono svegliato mi hanno portato al centro di espulsione. Lì ho aspettato due giorni per ricevere il passaporto e il biglietto per tornare nelle Filippine. Hanno cancellato tutti i miei documenti», ha concluso Ali.

Il report di Human Rights Watch
«Mentre il Qatar si prepara a ospitare i Mondiali di calcio, le forze di sicurezza arrestano e maltrattano le persone della comunità LGBT semplicemente per quello che sono, apparentemente fiduciose che gli abusi delle forze di sicurezza non saranno denunciati né controllati», ha dichiarato Rasha Younes, ricercatrice sui diritti LGBT dell’organizzazione che monitora il rispetto dei diritti umani nel mondo. 
Il gruppo con sede a New York ha dichiarato di aver documentato «sei casi di percosse gravi e ripetute e cinque casi di molestie sessuali» da parte delle autorità del Qatar tra il 2019 e il 2022. Human Rights Watch ha poi dichiarato di aver parlato con quattro donne transgender, una donna bisessuale e un uomo gay, tutti detenuti in una prigione sotterranea a Doha. «Senza accuse, in un caso per due mesi in isolamento, senza accesso a un legale», si legge nel rapporto. «Nessuno ha ricevuto alcuna registrazione di essere stato detenuto. Questi atti potrebbero costituire detenzione arbitraria secondo il diritto internazionale dei diritti umani».
Le persone intervistate hanno detto di essere state schiaffeggiate, prese a calci e a pugni durante la detenzione. Almeno una donna ha detto di aver perso conoscenza, mentre una delle donne transgender ha raccontato di essere stata arrestata per strada a Doha, accusata di «imitare le donne». Una volta all'interno di un veicolo della polizia, le autorità l'hanno picchiata, facendole sanguinare le labbra e il naso e prendendola a calci nello stomaco. Secondo il rapporto, una delle autorità le ha detto: «Voi gay siete immorali, quindi noi saremo uguali a voi». «Sono stata detenuta per tre settimane senza accuse e gli agenti mi hanno ripetutamente molestato sessualmente», ha raccontato la donna, aggiungendo che parte del requisito per il rilascio era la partecipazione a sedute con uno psicologo che «mi avrebbe fatto tornare uomo».
Human Rights Watch ha affermato che gli arresti arbitrari delle persone intervistate sembravano basarsi su una legge che consente la detenzione provvisoria se «esistono fondati motivi per ritenere che l'imputato possa aver commesso un crimine», compresa la «violazione della moralità pubblica».

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