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  • Venerdì 3 marzo 2023

Cosa sarebbe questo attacco di “sabotatori” al confine tra Russia e Ucraina

I due paesi si accusano a vicenda: non è ancora chiaro cosa sia successo ma si parla di un gruppo di nazionalisti russi contrari a Putin

Un autobus colpito da proiettili a Kiev, in Ucraina (AP Photo/Emilio Morenatti)
Un autobus colpito da proiettili a Kiev, in Ucraina (AP Photo/Emilio Morenatti)
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Giovedì un gruppo armato ha preso brevemente il controllo di un piccolo paesino nella zona di Bryansk, in Russia al confine con l’Ucraina: l’incidente, che pur essendosi rapidamente risolto ha creato una certa confusione in cui potrebbero essere morte almeno due persone, ha provocato una serie di accuse reciproche. Il governo russo ha accusato l’Ucraina di aver mandato «sabotatori» nel proprio territorio; il governo ucraino ha smentito; e il breve attacco è stato rivendicato da un gruppo di nazionalisti russi che tuttavia sarebbero contrari al regime di Vladimir Putin.

Secondo la versione del governo russo il gruppo di combattenti, identificati come «sabotatori», ha attraversato il confine con la Russia e ha compiuto un attacco contro i civili, uccidendo due persone e ferendo un bambino. Nel frattempo, il presidente russo Putin ha cancellato un viaggio in programma, riunito il proprio consiglio di sicurezza e accusato l’Ucraina di «terrorismo». Pare che l’incursione sia avvenuta nella regione russa di Bryansk, al confine con l’Ucraina nord-orientale. Il governatore locale Alexander Bogomaz ha detto che l’attacco è stato compiuto a Lyubechane, piccolo centro nel sud-ovest della regione proprio al confine tra Russia e Ucraina: secondo la sua ricostruzione un gruppo di combattenti ucraini sarebbe entrato a Lyubichane e avrebbe iniziato a sparare su una macchina che passava, uccidendo due civili e ferendo gravemente un bambino di 10 anni che ora si trova in ospedale.

Le accuse di Bogomaz sono state riprese e confermate dall’agenzia di stampa russa TASS, molto vicina al governo russo, che ha inoltre accusato i «sabotatori» ucraini di aver preso in ostaggio sei civili, anche se c’è stata grande confusione sui numeri e su come sarebbe andata. In generale, tutto il racconto di questo attacco è risultato poco chiaro. Secondo i russi, il gruppo di «sabotatori» sarebbe comunque stato ricacciato in breve tempo entro i confini ucraini.

Il governo ucraino ha negato di avere qualche responsabilità al riguardo e ha al contrario accusato la Russia di diffondere falsità per giustificare i propri attacchi. Andrii Cherniak, portavoce dell’intelligence militare ucraina, ha detto che l’attacco è stato «opera dei russi» e che «l’Ucraina non c’entra niente».

Un’ipotesi molto circolata è che gli autori dell’incursione siano alcuni membri del Corpo dei volontari russi, un gruppo di combattenti nazionalisti russi che si oppongono al presidente russo Vladimir Putin, di cui si sa molto poco e sui cui legami con l’esercito ucraino non esistono prove.

Proprio giovedì il gruppo aveva condiviso online un video in cui si vedevano quattro uomini armati e in uniforme che dichiaravano di essere «venuti nella regione di Bryansk per mostrare ai compatrioti che c’è speranza, e che il popolo russo libero con le armi in mano può combattere il regime». Tra loro c’era Denis Nikitin, un noto neonazista russo.

«Questa incursione sembra aver avvantaggiato un solo gruppo di persone, il Corpo dei volontari russi», ha detto al New York Times Michael Colborne, ricercatore dell’organizzazione giornalistica Bellingcat, che si occupa di estrema destra. Secondo lui i membri del Corpo dei volontari russi sono poche centinaia, ma sono diventati molto popolari online, su cui sono seguiti da decine di migliaia di persone.

L’attacco, in ogni caso, ha intensificato la pressione sul presidente Putin e sulla sua capacità di garantire la sicurezza del territorio russo durante la guerra. Pochi giorni fa si era posto lo stesso problema col drone militare caduto vicino alla città di Kolomna, circa 100 chilometri a sud di Mosca. Il drone si è schiantato in una zona disabitata, senza causare danni, anche in quel caso senza che fosse chiaro chi lo aveva inviato.

Nella serata di giovedì l’FSB, il servizio di intelligence interna alla Russia, ha annunciato di aver ripreso il controllo della situazione e di stare «procedendo allo smantellamento di un gran numero di ordigni esplosivi di vario tipo», aggiungendo poi che i «nazionalisti ucraini» erano stati respinti oltre il confine e presi di mira con un «massiccio attacco di artiglieria».