ISTANBUL. «Non è rimasto spazio per la giustizia in Turchia», ha scandito il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, appena condannato a tre anni di carcere, salutando le migliaia di persone che lo hanno accolto con un boato mentre saliva sul palco allestito davanti al comune della città sul Bosforo.

Il primo cittadino, eletto nel 2019 con il Chp, il principale partito di opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan, è stato ritenuto colpevole di insulto a pubblico ufficiale. «Coloro che hanno cancellato le elezioni sono degli sciocchi», aveva detto Imamoglu nel 2019 dopo che la sua vittoria alle consultazioni locali di Istanbul per un pugno di voti sul rivale sostenuto da Erdogan era stata annullata per irregolarità.

Le elezioni vennero ripetute nei mesi successivi e Imamoglu vinse nuovamente, stavolta con quasi un milione di voti in più rispetto all'avversario, diventando il primo sindaco eletto a Istanbul con un partito diverso da quello di Erdogan in oltre vent'anni. A causa delle dichiarazioni del 2019, oggi i giudici del tribunale di Istanbul lo hanno condannato a 2 anni, 7 mesi e 15 giorni di carcere, privando Imamoglu anche dei diritti politici per lo stesso periodo di tempo. Il ricorso che presenteranno i suoi avvocati sospenderà comunque la sentenza consentendo al sindaco di restare in carica fino a che la Corte d'Appello non si esprimerà. Se la condanna verrà confermata, Imamoglu non solo dovrà abbandonare la carica di primo cittadino ma gli sarà anche impedito di candidarsi alle elezioni presidenziali, in programma il 18 giugno dell'anno prossimo.

«Nel 2023 tutto andrà molto bene», ha promesso comunque Imamoglu alla folla che lo acclamava fuori dal comune alludendo alla sua candidatura. L'ipotesi che il sindaco di Istanbul sia il principale sfidante di Erdogan alle prossime elezioni circola da tempo e recenti sondaggi hanno dato Imamoglu come vincitore in un ipotetico secondo turno.

A poco più di 6 mesi dalle consultazioni, l'alleanza dei principali partiti di opposizione non ha comunque ancora rivelato ufficialmente il nome del proprio candidato comune. Per il partito di governo Akp la condanna a Imamoglu dimostra «l'indipendenza» della magistratura turca, mentre il sindaco di Istanbul ha ricevuto la solidarietà di tutti i partiti che si oppongono ad Erdogan e la sentenza è stata contestata anche da Abdullah Gul, fondatore dell'attuale partito al governo Akp ed ex presidente della Repubblica che negli ultimi anni si è però allontanato dal Sultano. Kemal Kilicdaroglu, leader del partito Chp con cui Imamoglu è diventato sindaco nel 2019, ha tracciato invece un parallelismo tra la condanna di oggi e il golpe militare del 1997.

All'epoca, Erdogan era sindaco di Istanbul e in seguito a quel colpo di Stato il suo partito fu chiuso e lui stesso fu condannato al carcere e rimase in prigione per qualche mese. L'arresto si rivelò per Erdogan il trampolino di lancio della sua carriera politica e pochi anni dopo il suo partito vinse le elezioni e lui divenne primo ministro. 

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