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  • Mercoledì 25 gennaio 2023

Stati Uniti e Germania invieranno carri armati all’Ucraina

45 in totale: dopo pressioni e tentennamenti il governo tedesco si è deciso, seguito da quello americano

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz davanti a un carro armato Leopard 2 (Moritz Frankenberg/dpa via AP, File)
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz davanti a un carro armato Leopard 2 (Moritz Frankenberg/dpa via AP, File)
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Il presidente americano Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno 31 carri armati da combattimento di tipo M1 Abrams all’Ucraina dopo che questa mattina il governo tedesco aveva detto che farà lo stesso con 14 carri armati Leopard 2. La Germania ha anche promesso che consentirà ad altri paesi che possiedono i Leopard 2, che sono prodotti per conto dell’esercito tedesco, di inviarli a quello ucraino. La decisione è stata presa dopo notevoli tentennamenti e polemiche, perché per settimane la Germania aveva esitato ad accettare l’invio dei carri armati, temendo di provocare eccessivamente la Russia. Alla fine, la decisione è stata accolta come una possibile svolta sul campo di battaglia nell’oriente ucraino, dove i potenti e versatili carri armati tedeschi potrebbero avere un effetto importante.

Parlando della decisione in un discorso al Bundestag, il parlamento della Germania, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto che il governo tedesco sta facendo «tutto ciò che è necessario e possibile per sostenere l’Ucraina» ma che allo stesso tempo vuole impedire «che la guerra si trasformi in una guerra tra Russia e NATO».

Biden ha detto qualcosa di simile, sottolineando che l’invio di aiuti all’Ucraina non è «una minaccia offensiva alla Russia», e che se le truppe russe si ritirassero la guerra finirebbe immediatamente.

L’annuncio tedesco e quello statunitense sono collegati, perché secondo varie indiscrezioni giornalistiche, non confermate ufficialmente, il governo tedesco aveva posto come condizione all’invio dei Leopard che anche gli Stati Uniti inviassero all’Ucraina i loro carri armati.

Alla decisione tedesca di inviare i Leopard ha contribuito anche l’attivismo di alcuni stati dell’Europa dell’est, in particolare la Polonia, il cui governo nelle ultime settimane aveva fatto enormi pressioni sia per convincere la Germania a inviare i propri carri armati sia per autorizzare la Polonia a inviare all’Ucraina i Leopard in dotazione al suo esercito. La Germania, che è produttrice dei Leopard e li esporta in vari paesi, da contratto ha il diritto di veto se un paese che ha comprato i Leopard, come la Polonia, vuole cederli a un paese terzo, come l’Ucraina. Il governo polacco nelle ultime settimane ha insistito moltissimo sulla possibilità di inviare i Leopard in Ucraina, tanto che il primo ministro Mateusz Morawiecki aveva detto perfino che li avrebbe mandati anche senza il consenso tedesco, mettendo in imbarazzo il cancelliere Scholz.

A quel punto, tra le pressioni polacche e la decisione americana di inviare gli Abrams, era diventato molto difficile per la Germania continuare a negare l’invio dei Leopard, e il governo tedesco è stato costretto a cedere.

– Ascolta Globo: Dobbiamo sperare nel risveglio della Germania

Secondo un comunicato del governo tedesco, i 14 Leopard 2 dalla Germania dovrebbero arrivare all’esercito ucraino entro fine marzo; a questi mezzi si aggiungeranno poi i carri armati inviati da altri paesi. È ormai probabile che la Polonia invierà i propri Leopard, ma si è parlato anche di Finlandia e Danimarca. Dopo l’annuncio degli Stati Uniti il ministro della Difesa norvegese Bjørn Arild Gram ha detto che il suo paese ne manderà due.

I paesi europei che hanno in dotazione carri armati Leopard nei propri eserciti sono più di dieci. L’esercito tedesco si occuperà anche dell’addestramento del personale ucraino per l’uso di questi carri armati; gli Stati Uniti faranno lo stesso con gli Abrams.

È ancora difficile prevedere quali effetti avrà l’invio dei carri armati Leopard e Abrams sul fronte in Ucraina. Molto dipenderà da quanto rapidamente riusciranno a essere messi in attività dall’esercito ucraino: ai tempi di invio dei mezzi dovranno aggiungersi infatti anche i tempi di addestramento del personale (piloti, equipaggio, meccanici), la fornitura dei pezzi di ricambio e la messa a punto delle attività logistiche di rifornimento e cambio delle munizioni.

Per quanto riguarda gli Abrams, prima che arrivino in Ucraina e siano utilizzabili dall’esercito ucraino potrebbe volerci tempo: si parla di molti mesi, o addirittura di anni. Tempi così lunghi sono dettati dalle difficoltà di trasporto ma anche dalla difficoltà dell’addestramento del personale e dalla necessità di mettere a punto tutti gli aspetti logistici per fare in modo che gli Abrams possano operare al meglio. Tra le altre cose, al contrario dei Leopard che usano un motore diesel, gli Abrams usano un motore a turbina che ha prestazioni migliori ma richiede molto più carburante, e questo rende necessario che siano risolti problemi di approvvigionamento e rifornimento.

Oltre a Germania, Polonia e Stati Uniti, anche il governo del Regno Unito ha da poco autorizzato l’invio di 14 carri armati Challenger 2 in Ucraina.

La speranza dell’esercito ucraino è che una parte consistente dei carri armati occidentali riesca ad arrivare e a essere utilizzabile entro la primavera, quando molti analisti prevedono che l’Ucraina tenterà una nuova offensiva contro le forze di occupazione della Russia.

Come ha spiegato su Repubblica Daniele Raineri, nelle prime fasi della guerra sia russi sia ucraini avevano combattuto con vecchi carri armati di epoca sovietica, ma via via che questi mezzi erano stati distrutti o resi inutilizzabili l’esercito russo aveva cominciato a inviare in Ucraina mezzi più moderni e potenti, i carri armati T-90. Il risultato, hanno detto i soldati ucraini a Raineri, è che «per battere un carro russo T-90 (…) ci vogliono almeno “tre carri dei nostri”». I Leopard tedeschi, gli Abrams americani e i Challenger britannici riuscirebbero a colmare questo divario di potenza militare, e anzi consentirebbero agli ucraini di avere carri armati superiori a quelli dei russi.

Il New York Times ha intervistato Robert B. Abrams, un generale americano in pensione il cui padre, Creighton Abrams, diede il nome ai carri armati omonimi. Abrams ha detto che rispetto ai carri armati russi, quelli americani sono notevolmente superiori: «Li faranno a pezzi. Potranno bucare qualunque cosa».