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Mali, sui bambini si abbattono crimini e orrori: sono violentati, mutilati, privati di ogni diritto, cotretti a combattere nella migliore delle ipotesi

Mali, sui bambini si abbattono crimini e orrori: sono violentati, mutilati, privati di ogni diritto, cotretti a combattere nella migliore delle ipotesi
Bambini soldato, cui viene negato tutto, l'assistenza umanitaria compresa. La vita per i giovani nel Paese africano è segnata dagli abusi e sullo sfondo una cronica instabilità politica
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ROMA - Un dossier delle Nazioni Unite non lascia spazio a interpretazioni: il numero di minori abusati o violentati in Mali è aumentato in maniera allarmante rispetto agli anni scorsi. Sono grosso modo le parole usate in un rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati. Il rapporto copre il periodo che va da Aprile 2020 al 31 Marzo 2022. Aumenta la violenza in tutto il Paese, cresce l’attività dei gruppi armati, e così crescono anche gli orrori commessi contro i bambini, a volte vittime di reclutamento forzato, altre volte attaccati anche in quei luoghi che dovrebbero considerarsi sicuri, come le scuole e gli ospedali. Nel periodo di riferimento – evidenzia il dossier – si sono verificate 2095 gravi violazioni dei diritti contro 1473 bambini. Di queste sono responsabili per la gran parte i gruppi armati e per una percentuale inferiore anche le forze governative. Si tratta naturalmente di cifre al ribasso perché la capacità di raccogliere informazioni sul campo è limitata dalla totale insicurezza sociale e politica che vive il Paese e, negli ultimi anni, anche dalle restrizioni causate dalla pandemia.

I dati. Tra aprile 2020 e marzo 2022 sono stati reclutati e utilizzati oltre novecento tra ragazzi e ragazze, si legge nel rapporto. Più specificamente: 754 maschi e 147 femmine di età compresa tra i 4 e i 17 anni. E’ aumentato il numero dei bambini uccisi e mutilati, soprattutto a causa degli attacchi dei gruppi armati contro i civili nei villaggi e a causa della presenza degli ordigni esplosivi improvvisati (IED) e dei residuati bellici esplosivi (ERW). “E’ una tendenza crescente quella di violare i diritti dei bambini in Mali” scrive Virginia Gamba, Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per i bambini e i conflitti armati. Per la Gamba è necessario non solo proteggere i più piccoli dai gruppi armati, ma anche elaborare progetti per reintegrarli nella società, che è il passaggio più importante per garantire loro sicurezza e la possibilità di un futuro senza guerra.

Attacchi a scuole e ospedali. Duecentoquaranta le strutture scolastiche e ospedaliere prese di mira nel corso di questi anni dai gruppi armati, 216 in più rispetto agli anni precedenti. A marzo 2022 risultavano chiuse 1731 scuole in tutto il territorio nazionale per ragioni di sicurezza. Gli attacchi alle scuole comportano la distruzione degli edifici e delle attrezzature scolastiche, minacce verbali e scritte contro gli insegnanti e gli impiegati, rischi di rappresaglie per gli studenti. A gennaio un gruppo armato non meglio identificato è entrato in una scuola nella regione di Timbuktu durante le lezioni. Ha costretto i bambini ad allontanarsi dalle aule, ha bruciato tutte le dotazioni scolastiche e ha minacciato di distruggere la scuola se fosse stata riaperta. Dal 2020 in poi molti docenti delle regioni del centro e del nord del Mali si sono ritirati. Gli attacchi più feroci si sono verificati nelle regioni di Timbuktu, di Gao, di Ségou e di Mopti, dove i gruppi armati pretendono la chiusura delle scuole secolari e l’apertura di quelle coraniche.

Stupri e violenze sessuali. Almeno cinquanta bambine di età compresa tra i dodici e i diciassette sono state vittime di violenza sessuale, ma anche in questo caso la cifra è al ribasso considerando le difficoltà di raccogliere informazioni sul territorio. La gran parte delle violenze è imputabile ai gruppi armati. A ottobre 2021 durante l’assalto a un villaggio nella regione di Gao, undici bambine di 13 anni sono state rapite e costrette a sposarsi con i combattenti. Così come a luglio 2020 una ragazza di 15 anni è stata rapita e costretta a sposarsi con un membro di un gruppo armato.

Le difficoltà per l’intervento umanitario. L’accesso umanitario viene continuamente ostacolato in tutto il paese, ma ancora di più nelle regioni centro-settentrionali a causa degli attacchi dei gruppi armati nei villaggi, dove anche gli operatori delle ONG sono presi di mira. Furti d’auto, minacce contro il personale locale e internazionale, rapimenti, ferimenti, omicidi: il repertorio dei crimini contro il mondo umanitario comprende di tutto. Nel 2020 un operatore è stato ucciso nella regione di Gao durante un furto d’auto. Altri cinque sono rimati feriti nel medesimo incidente. Nel 2022 una ONG internazionale ha dovuto sospendere le attività nelle regioni di Gao e Ménaka, in seguito al rapimento di uno dei suoi dipendenti. Le limitazioni che colpiscono le ONG e le agenzie ONU comportano ulteriori problemi per le comunità locali, che in questo modo vengono private di aiuti concreti sia per quanto riguarda il cibo sia per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, che nel paese è già precaria a causa dell’insicurezza degli ospedali.