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  • Lunedì 7 novembre 2022

La Russia si sta ostinando su Bakhmut

Ha concentrato una quantità spropositata di forze contro una cittadina ucraina senza grande valore militare, e avanza molto lentamente

Un carro armato ucraino a Bakhmut a fine ottobre (Carl Court/Getty Images)
Un carro armato ucraino a Bakhmut a fine ottobre (Carl Court/Getty Images)
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Ormai da settimane l’esercito russo sta cercando di conquistare Bakhmut, una cittadina nell’est dell’Ucraina su cui la Russia, respinta a nord-est e in difficoltà a sud, sta concentrando moltissimi sforzi con l’intento di ottenere almeno una parziale vittoria. Bakhmut, dove prima della guerra vivevano più di 70 mila persone, è sottoposta ad alcuni dei più violenti bombardamenti russi degli ultimi tempi e si trova praticamente senza energia. Nonostante i grossi sforzi russi, però, finora l’esercito ucraino ha resistito.

Secondo dichiarazioni recenti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Bakhmut è il posto dove la situazione è «più difficile» per l’esercito ucraino, ma al tempo stesso quello in cui «è più evidente la follia del comando russo», che sta spendendo enormi risorse – e provocando la perdita di numerose vite umane – pur di conquistare una cittadina che ha un valore militare piuttosto limitato.

Bakhmut si trova nella regione di Donetsk, una delle quattro che la Russia ha annesso il mese scorso con un referendum illegale, ed è lontana dai due fronti principali della guerra, cioè quello a nord-est, dove l’esercito ucraino ha compiuto una controffensiva eccezionale a settembre e continua ad avanzare gradualmente, e quello a sud, dove l’esercito ucraino sta avanzando, faticosamente ma costantemente, per cercare di riconquistare l’importante città di Kherson.

Mentre in questi due fronti l’esercito ucraino sta avanzando, a Bakhmut si trova in difficoltà, in buona parte per la netta sproporzione delle forze che la Russia ha deciso di concentrare contro la cittadina.

In particolare, secondo varie analisi l’offensiva a Bakhmut è guidata dal gruppo Wagner, un gruppo di mercenari di fatto affiliato al governo russo e guidato da uno dei più stretti alleati del presidente Vladimir Putin, Yevgeny Prigozhin. Il gruppo Wagner ha una nota fama di efficienza e ferocia, ma i lunghi mesi di guerra in Ucraina lo hanno indebolito: Prigozhin, da tempo, è ormai costretto ad arruolare reclute meno esperte e meno volenterose, come per esempio i carcerati che vengono attratti con la promessa di uno sconto di pena.

Il valore militare di Bakhmut è relativamente limitato. La cittadina si trova sulla strada che porta alle più importanti città ucraine di Sloviansk e Kramatorsk, e dunque è un passaggio obbligato se l’esercito russo vuole avanzare, ma a parte questo non ci sono particolari ragioni per cui la sua conquista sarebbe importante. Ma è probabile che per l’esercito russo – e forse anche per Prigozhin, come sembra lasciare intendere il centro studi Institute for the Study of War – quella di Bakhmut sia ormai diventata una conquista simbolica.

Il fumo di un bombardamento d’artiglieria su Bakhmut (AP Photo/LIBKOS)

Da settimane, l’esercito russo concentra costanti bombardamenti su Bakhmut e le aree circostanti. Delle oltre 70 mila persone che vivevano in città, ne sono rimaste meno di 15 mila, e la situazione umanitaria è gravissima. I bombardamenti hanno distrutto praticamente tutte le infrastrutture energetiche della zona, e secondo i funzionari locali da oltre due mesi a Bakhmut non ci sono più elettricità, riscaldamento né acqua corrente.

L’esercito russo «sta cercando di entrare in città da più direzioni», ha detto a Reuters Oleksandr Marchenko, il vicesindaco di Bakhmut, ma nonostante questo la sua avanzata è eccezionalmente lenta, mentre le forze ucraine presenti nel centro abitato stanno riuscendo a resistere. Anche se è impossibile confermarlo in maniera indipendente, secondo le autorità ucraine l’avanzata di Bakhmut starebbe costando moltissimi mezzi e soldati all’esercito russo.

È per questo che Zelensky, pur descrivendo la situazione come difficile, ha indicato Bakhmut come un esempio della strategia fallimentare dell’esercito russo, che sta «giorno dopo giorno, per mesi, portando qui le persone alla morte, concentrando livelli altissimi di bombardamenti con l’artiglieria».