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Cooperazione Internazionale, le riflessioni e le domande dopo 5 anni di "Teoria del Cambiamento"

Cooperazione Internazionale, le riflessioni e le domande dopo 5 anni di "Teoria del Cambiamento"
Un articolo pubblicato du Info-Cooperazione, punto di riferimento di chi lavora nel settore, che affronta il bisogno di dibattere sul tema della gestione dell’impatto sul terreno come conseguenza che le attività hanno generato
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ROMA - "Correva l’anno 2016 quando - è l'incipit di un articolo pubblicato du Info-Cooperazione, punto di riferimento di chi lavora nella Cooperazione italiana - e dopo una serie di serrate discussioni tra progettisti sui nuovi schemi di logical framework, abbiamo capito che c’era bisogno di aprire un dibattito sul tema più ampio della gestione dell’impatto e della valutazione e che l’approccio della Teoria del Cambiamento (TdC)". Che contribuisce a evidenziare i nessi tra le attività e l’impatto che esse hanno generato: si fonda sul concetto di Catena degli Impatti Sociali, pensata per sottolineare gli effetti dell’agire sulle conseguenze che produce, utile per fare passi in avanti in un ambito complesso e che rappresenta uno specifico necessario per chi fa Cooperazione internazionale.

Il dovere di migliorare le proprie capacità. "La questione centrale - si legge nell'articolo - è sempre la stessa: come generare cambiamento duraturo e misurabile in contesti di crisi continue, incertezza e costante mutamento? Su che basi? E con quali competenze, strumenti, processi e indicatori per misurarlo? Temi non da poco per le Organizzazioni del nostro settore, che ogni giorno di più realizzano di dover migliorare le proprie capacità di generare cambiamento e di poterlo misurare, per apprendere continuamente dal proprio lavoro e dai portatori di interesse, prendere decisioni e reagire tempestivamente sulla base delle migliori evidenze disponibili. Ma anche per rendere conto del proprio operato con il duplice obiettivo di consolidare la fiducia nell’intero ecosistema, e di rendere i cambiamenti strutturali e sostenibili".

Un bisogno emergente. "Che è anche frutto di un lavoro di comunicazione e formazione che dalle pagine di questo sito abbiamo voluto portare avanti negli anni creando un gruppo di lavoro dedicato, il ChangeLab, che si è fatto promotore di un percorso formativo sulla Teoria del Cambiamento con un grande successo tra gli operatori del Terzo Settore nelle sue tappe in giro per l’Italia. Quel percorso ha sicuramente contagiato l’offerta formativa del settore, che oggi vede innumerevoli proposte di formazione dedicate alla Teoria del Cambiamento e ai temi legati alla gestione dell’impatto". Aver portato questi temi al centro del dibattito nella communità degli operatori e aver sensibilizzato le organizzazioni ad attivarsi - prosegue l'articolo di Info-Cooperazione - è sicuramente un risultato che va ben oltre le aspettative, come confermato sia dall’attenzione che i lettori riservano sempre ai contenuti che continuiamo a pubblicare su questi temi sia dal livello di condivisione della guida gratuita che è stata realizzata con il ChangeLab nel 2019".

Una guida per chi lavora nel settore. "Si tratta di 'Progettare con la Teoria del Cambiamento: Una guida per il mondo della Cooperazione internazionale', un documento completo e approfondito per capire i presupposti, le opportunità e i limiti della TdC nella pianificazione, programmazione/progettazione e valutazione. Questa guida è stata scaricata più di 10.000 volte da altrettanti lettori e viene correntemente utilizzata in diversi corsi e occasioni formative interne alle organizzazioni".

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Il questionario da compilare. Questa ulteriore tappa ci continua a interrogare su quanto e come abbiamo imparato ad usare l’approccio della Teoria del Cambiamento nelle nostre organizzazioni in questi anni. È per questo che cogliamo l’occasione per ridarvi la parola e chiedervi di rispondere a un breve questionario che ha l’obiettivo di capire quanto la Teoria del Cambiamento sia familiare per voi operatori e per le organizzazioni che si occupano di cooperazione interazionale. Poche domande, ma mirate, per saggiare la diffusione e la percezione sul tema. Non ci vorranno più di 3 minuti per compilarre il questionario.