L’Italia e la nota con i Paesi del Sud: «Le Ong violano il diritto». Ma la Spagna si dissocia

di Adriana Logroscino

Italia, Malta, Cipro e Grecia: delusi dai ricollocamenti. Madrid si dissocia: non li sosteniamo. Il presidente della Cei, il cardinale Zuppi, richiama l’Unione Europea «ad aiutare tutti gli Stati, inclusa l’Italia»

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«Increscioso e deludente» il mancato rispetto degli impegni sulla ricollocazione dei migranti che lascia «a noi l’onere più gravoso». Sono le parole contenute in una nota sottoscritta dai ministri dell’Interno di Italia, Grecia, Cipro e Malta. I Paesi più esposti si allineano alla posizione di Roma e fanno fronte comune: serve un intervento europeo. Una risposta rapida potrebbe essere un vertice sui migranti prima della fine del mese.

La comunicazione che segue lo scontro tra Roma e la Francia sulla gestione dei migranti in arrivo anche sulle navi delle Ong, parte dalla condizione di fatto dei quattro Paesi «di primo ingresso» chiamati a sostenere «l’onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo» mentre «il meccanismo per alleviare quell’onere» si è dimostrato «lento nel raggiungere il suo obiettivo». Poi rivendica la richiesta reiterata all’Ue di «sviluppare una nuova politica europea in materia realmente ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità e condivisa tra tutti gli Stati membri». Tanto più perché, malgrado la dichiarazione politica del 10 giugno che «istituisce un meccanismo di relocation temporaneo e volontario, gli impegni assunti dagli Stati membri rappresentano solo una frazione esigua del numero di arrivi irregolari».

La tesi è la stessa sostenuta dalla premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di venerdì: la percentuale di migranti sbarcati sulle nostre coste e smistati in Francia, Germania, Portogallo, Spagna e Irlanda è minima. «Tutto ciò — proseguono Italia, Grecia, Cipro e Malta — è increscioso e deludente, soprattutto mentre i nostri Paesi devono affrontare una pressione migratoria che mette a dura prova il nostro sistema di asilo e accoglienza. Non possiamo sottoscrivere l’idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali sulla base di una scelta fatta da navi pirata». La Spagna è su posizioni diverse: «Madrid non può sostenere proposte che premierebbero i Paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e andrebbero a discapito di chi, come la Spagna, li rispetta e salva vite con risorse pubbliche» ha detto un portavoce del ministero dell’Interno spagnolo.

Mentre la crisi dei migranti attraversa l’Europa, Matteo Salvini, dopo qualche giorno di silenzio, invoca «buonsenso» per uscire dalla tensione con la Francia. Poi insiste: «Se nel corso di quest’anno la ricollocazione ha riguardato solo qualche centinaio di immigrati dov’è la solidarietà? L’Europa batta un colpo». E il presidente della Cei, Matteo Zuppi, richiama l’Ue ad «aiutare tutti i Paesi, inclusa l’Italia» e i governi a ritrovare unità: «Solo insieme si affrontano problemi così rilevanti». Un vertice potrebbe essere una prima risposta dall’Unione. Da Bruxelles filtra l’intenzione di rendere politico, con la presenza dei 27 ministri dell’Interno, l’incontro tecnico sul dossier migranti che era in corso di preparazione per fine mese. Parola chiave, coordinamento: non sarà toccato il punto della volontarietà, ma si lavorerà a un piano che renda più rapido e automatico il ricollocamento.

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13 novembre 2022 (modifica il 13 novembre 2022 | 08:12)