Mondo Solidale

Sudan: 300.000 sfollati in tutto il Paese nel corso del 2022, 900 morti negli scontri, migliaia i feriti e si diffonde la malaria e la febbre dengue

Sudan: 300.000 sfollati in tutto il Paese nel corso del 2022, 900 morti negli scontri, migliaia i feriti e si diffonde la malaria e la febbre dengue
Si aggrava la crisi umanitaria nelle regioni del Darfur e del Kordofan occidentale. Le tribù stanziali africane combattono contro le tribù nomadi arabe. Il conflitto colpisce la popolazione civile uccidendo e ferendo donne e bambini
2 minuti di lettura

ROMA - Si combatte per la terra, per l’acqua, per il bestiame. E si combatte con più violenza nel periodo di magra, da ottobre a maggio, quando le poche scorte delle stagioni precedenti iniziano a finire e la terra non offre abbastanza frutti per sfamare la popolazione. Le tribù stanziali africane combattono contro le tribù nomadi arabe, soprattutto nelle regioni del Darfur e del Kordofan occidentale e spesso il conflitto si estende e colpisce anche i membri disarmati dei gruppi, uccidendo e ferendo donne e bambini.

Dagli scontri nascono gli effetti collaterali. Tra questi c'è la morte del bestiame, che già non basta a soddisfare le esigenze alimentari dei locali, la distruzione di case, che genera nuove ondate di sfollati, e così si moltiplicano i bisogni umanitari della popolazione in quasi tutti i settori. Nelle regioni del Darfur e del Kordofan le stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) parlano di otto milioni di persone che necessitano di una qualche forma di assistenza, dal cibo al denaro. La crisi, inoltre, si innesta in un quadro di generale instabilità politica che coinvolge tutto il Sudan. La situazione nel Paese è diventata ancora più complessa in seguito al colpo di stato e alla presa del potere da parte dei militari nell’ottobre 2021.

L'intesa dopo il colpo di stato. Il 5 dicembre scorso è stata firmata un’intesa tra i leader militari e civili, accordo che però per la sua astrattezza è stato criticato dalla popolazione e dagli attivisti locali, che sono scesi in piazza per manifestare contro l’esercito al grido “tornate nelle caserme”. Centocinquanta feriti è il bilancio della giornata di protesta, a causa degli scontri con le forze dell’ordine. A inasprire ulteriormente la situazione complessiva del paese è stato anche il ritiro della missione UNAMID, ovvero l’operazione congiunta Unione Africana – Nazioni Unite nel Darfur, chiusa definitivamente il 30 giugno 2021 e la siccità che causa insicurezza alimentare, con penuria di acqua e di cibo.

La risposta umanitaria. Tra gennaio e settembre 2022 le Nazioni Unite, assieme alle Organizzazioni Non Governative impegnate sul territorio, hanno fornito a oltre nove milioni di persone una qualche forma di assistenza umanitaria: acqua, cibo, possibilità di accedere ai servizi medico-sanitari gratuiti, tutela per gli sfollati, servizi igienici, protezione dalle mine, facilità di accesso all’istruzione per bambini e ragazzi. A novembre il World Food Programme ha distribuito un carico di quarantasette mila tonnellate di sorgo, in grado di dare assistenza alimentare a un milione di persone in tutto il Paese. Un secondo carico di quasi quattromila tonnellate di lenticchie e millesettecento tonnellate di olio è previsto per gennaio 2023. Con la ripresa della scuola a ottobre, sempre il World Food Programme ha avviato un progetto di distribuzione di cibo in centonovanta istituti scolastici, in modo da garantire ai bambini e ai ragazzi sussistenza e sicurezza alimentare. L’iniziativa del WFP aveva anche come obiettivo indiretto quello di incentivare le famiglie a iscrivere i figli a scuola, soprattutto le bambine e le ragazze. Oltre ottantatremila studenti hanno beneficiato di questo aiuto.

I casi di febbre dengue e di malaria. Da luglio 2022 a oggi sono stati segnalati quattromila ottocento casi sospetti di febbre dengue in circa dieci stati, ma di questi ne sono stati confermati solo seicento. Ventinove persone sono già morte. L’Organizzazione Mondiale della Sanità assieme alle Organizzazioni Non Governative, per affrontare l’emergenza, sta aiutando le autorità locali a formare medici e infermieri in modo che siano in grado di riconoscere e curare la febbre dengue, così da prevenire una sua ulteriore diffusione. La malaria invece si sta già diffondendo in tutto il paese con un milione di casi identificati, ovvero il dodici per cento in più rispetto al 2021.