Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è intervenuto in video collegamento al vertice del G20 che si tiene in questi giorni a Bali, in Indonesia. Durante il suo discorso era presente in aula anche il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov, che ha ascoltato l’intervento nel quale Zelensky ha dettato le sue condizioni per la pace. Sono dieci punti, considerati imprescindibili per sedere al tavolo delle trattative che si sono arenate da mesi.

Prima di enunciare i suoi punti, Zelensky ha chiesto un aiuto ai paesi presenti al vertice contro le minacce nucleari di Mosca e per la messa in sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, da mesi finita sotto il fuoco incrociato dei soldati russi e ucraini. «Sono convinto che ora sia il momento in cui la guerra della Russia deve e può essere fermata», ha detto il presidente ucraino in video collegamento, forte di aver raggiunto una posizione di forza nel conflitto dopo aver ottenuto nuovamente il controllo di Kherson, il primo capoluogo di regione finito nelle mani russe dallo scorso marzo.

Le condizioni per la pace

Durante il suo intervento il presidente ucraino ha sottolineato che l’Ucraina non può accettare «compromessi» su «sovranità, territorio e indipendenza» e che il paese è «sempre stato un leader negli sforzi di mantenimento della pace».

«Se la Russia afferma che vuol porre fine alla guerra lo dimostri con le azioni», ha detto ma «non permetteremo alla Russia di guadagnare tempo, rafforzarsi e poi iniziare una nuova azione di terrore e di destabilizzazione globale. Non ci sarà una Minsk-3, che la Russia violerà subito dopo l’accordo». A Minsk, negli scorsi anni, Russia e Ucraina hanno firmato due accordi di pace per quanto riguarda il conflitto civile scoppiato nel 2014 in Donbass. Accordi che entrambe le parti si accusano a vicenda di non aver rispettato.

Il presidente ucraino ha poi enunciato le sue proposte, la «formula ucraina per la pace». Una «pace per l’Ucraina, l’Europa e il mondo». I punti sono i seguenti: «sicurezza nucleare; sicurezza alimentare; sicurezza energetica; liberazione di tutti i prigionieri e deportati; attuazione della Carta delle Nazioni unite e ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina e dell’ordine mondiale; ritiro delle truppe russe e cessazione delle ostilità; ristabilire la giustizia; contrasto dell’ecocidio; prevenzione dell’escalation; fissare la fine della guerra».

Al meeting era presente anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, mediatore principale tra Kiev e Mosca in questi quasi nove mesi di guerra, ma Zelensky ha ampliato la platea dei pacificatori: «L’Ucraina – ha detto – offre ai principali stati del mondo di essere co-creatori di pace insieme a noi».

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