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  • Domenica 15 gennaio 2023

Le presidenziali in Repubblica Ceca saranno tra un ex generale e una vecchia conoscenza

Al primo turno i più votati sono stati Petr Pavel e l'ex primo ministro Andrej Babis, uno dei politici più contestati del paese

Petr Pavel (AP Photo/Petr David Josek)
Petr Pavel (AP Photo/Petr David Josek)
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Sabato si è tenuto in Repubblica Ceca il primo turno delle elezioni presidenziali: i due candidati più votati sono stati Petr Pavel, un generale dell’esercito in pensione che ha avuto una lunga carriera anche nella NATO, e Andrej Babis, un imprenditore miliardario noto per le sue posizioni politiche populiste, che era stato primo ministro tra il 2017 e il 2021. Pavel e Babis hanno ottenuto praticamente gli stessi voti: 35,4 per cento contro 34,9 per cento. Il secondo turno sarà il 27 e 28 gennaio.

Le presidenziali in Repubblica Ceca erano piuttosto attese per due ragioni: la prima è che il presidente uscente è Milos Zeman, un politico estremamente controverso che nel corso dei suoi due mandati aveva espresso posizioni molto vicine alla Russia, alla Cina e all’Ungheria semiautoritaria guidata da Viktor Orbán. Zeman, che ha 78 anni, non si è ricandidato perché ha raggiunto il limite dei mandati e perché negli ultimi anni le sue condizioni di salute sono molto peggiorate, in alcuni casi anche impedendogli di svolgere appieno il suo incarico.

La seconda ragione di interesse delle presidenziali è il ritorno sulla scena politica di Andrej Babis, probabilmente il politico più noto e contestato degli ultimi decenni in Repubblica Ceca. Babis, un imprenditore miliardario, era stato primo ministro tra il 2017 e il 2021 e con il suo partito ANO (che in ceco significa “sì” ed è inoltre acronimo di “azione dei cittadini insoddisfatti”) aveva guidato un governo di destra e populista, che era stato colpito da vari scandali e controversie.

Tra le altre cose, Babis era stato accusato di aver gestito in maniera disastrosa la pandemia da coronavirus in Repubblica Ceca, e di aver ottenuto illecitamente per alcune sue imprese personali milioni di euro di fondi europei. Da quest’ultima accusa è stato assolto soltanto qualche giorno fa.

Andrej Babis (AP Photo/Petr David Josek)

Petr Pavel invece è considerato un politico moderato ed europeista, che ha avuto una lunga esperienza nella NATO. Dopo le elezioni, Pavel ha definito Babis come una minaccia: «Il pericolo è che [se vincerà Babis] non solo scivoleremo verso il populismo ma rischieremo di deviare dal percorso che abbiamo seguito negli ultimi 30 anni: democratico, occidentale ed europeista».

I sondaggi danno a Pavel un ampio vantaggio al secondo turno, perché si ritiene che vari partiti moderati potrebbero offrirgli il loro sostegno: dovrebbe ottenere il 59 per cento dei consensi, contro il 40 circa di Babis.

In Repubblica Ceca, come in Italia, il presidente della Repubblica ha un ruolo soprattutto formale. Ma negli ultimi anni l’ex presidente Zeman aveva più volte superato i confini dei suoi obblighi formali e aveva usato la sua influenza per intervenire pesantemente sulla vita politica del paese, trasformandosi in una figura estremamente influente. È probabile che se Babis, che di Zeman era un alleato, otterrà la presidenza, potrebbe continuare allo stesso modo.