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Libano: insegnanti in sciopero per gli stipendi troppo bassi: migliaia di studenti, libanesi e fuggiti dalla Siria non frequentano più le lezioni

Libano: insegnanti in sciopero per gli stipendi troppo bassi: migliaia di studenti, libanesi e fuggiti dalla Siria non frequentano più le lezioni
Il report di Human Rights Watch: la scelta dei docenti nel bel mezzo di una crisi economica soffocante. Sospse le lezioni del mattino. E, "per equità”, interrotte anche le lezioni pomeridiane, frequentate dai rifugiati
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ROMA - A gennaio gli insegnanti hanno scioperato contro la svalutazione dei loro stipendi. Il 9 gennaio hanno smesso così di andare in aula e hanno sospeso le lezioni del mattino, che sono frequentate principalmente dagli studenti libanesi. Così, il Ministero dell’Istruzione, che riceve fondi da donatori stranieri per l’insegnamento ai rifugiati, ha chiuso le classi del turno pomeridiano – frequentate per l’appunto dai bambini siriani – per una questione di “uguaglianza”. “Non è accettabile che i nostri figli non studino mentre i figli degli altri sì”, ha detto a Human Rights Watch (HRW) un funzionario del Ministero.

Lo sciopero degli insegnanti. I docenti in Libano protestano da tempo per gli stipendi e per le condizioni in cui lavorano da quando, quattro anni fa circa, il Libano è sprofondato in una crisi economica e sanitaria senza precedenti. La maggior parte dei beni e dei servizi nel Paese ormai ha un costo in dollari o l’equivalente espresso nella valuta locale, la lira libanese. Gli stipendi degli insegnanti, invece, non hanno avuto nessun adeguamento in base al tasso d’inflazione che nel 2022 si è attestato intorno al 171,2 per cento. All’inizio del mese di febbraio occorrevano 60 mila lire libanesi per comprare un dollaro. Da quando è scoppiata la crisi nel 2019, la valuta nazionale ha perso oltre il 95 per cento del suo valore rispetto a quella americana. 

La decisione del Ministero e il rifiuto di 5 dollari in più. Il Ministero dell'Istruzione così ha deciso di sospendere anche le lezioni pomeridiane frequentate dagli studenti rifugiati siriani. Imad Achkar, Direttore generale del Ministero, aveva spiegato che la decisione era stata presa in conformità del principio di uguaglianza “perché non è accettabile che i bambini siriani in Libano ricevano un’istruzione mentre i bambini libanesi no”. Gli stipendi degli insegnanti dei rifugiati vengono pagati dai paesi donatori. Il Ministero aveva assicurato nel 2022 alcuni incentivi in dollari per gli insegnanti, ma non è riuscito a mantenere le promesse. Arab News riporta che gli insegnanti hanno rifiutato l’aumento di cinque dollari al giorno, ovvero settanta dollari al mese, ne chiedono almeno cento. Il mancato accordo ha portato così al crollo del sistema scolastico.  

Chi critica, viene punito. Il Centro per gli studi libanesi, un gruppo di ricerca indipendente, il 19 gennaio ha definito “razzista” la decisione del Ministero, ma per questo è stato punito. Il centro aveva sede presso la Lebanese American University di Beirut, che dal 3 febbraio, con una lettera scritta, ha deciso di interrompere ogni relazione con il Centro.  

Le motivazioni dell’università. Nella lettera con la quale la Lebanese American University annunciava di sospendere il rapporto di lavoro con il Centro per gli studi libanesi, la prima accusava il secondo di avere impropriamente usato il logo dell’università. Ma il centro studi ha spiegato a HRW di avere utilizzato, nella nota di protesta contro il Ministero, lo stesso logo che ha sempre utilizzato nelle comunicazioni ufficiali. E ha sottolineato che era stata l’università stessa nel 2022 a chiedere al Centro studi di mettere bene in evidenza il logo universitario per evidenziare la loro collaborazione.  

Dichiarazioni politiche. In una mail inviata all’Organizzazione Non Governativa, l’università argomenta che le dichiarazioni del Centro hanno una natura politica che rischia di influenzare negativamente il rapporto con il Ministero dell’Istruzione, in un momento in cui bisogna invece evitare qualsiasi tipo di affiliazione politica, data l’instabilità economica e sociale che sta vivendo il Libano. Human Rights Watch già collaborato con il Centro per gli studi libanesi a una ricerca sullo stato dell’istruzione in Libano, dove un milione di bambini non va a scuola.