Il video non potrebbe essere più chiaro. Mostra un ragazzo di 15-16 anni steso a terra, lo zainetto ancora sulle spalle, che cerca di proteggersi dai calci che un uomo più grande di lui gli sta sferrando con una violenza estrema. Pochi minuti in tutto, durante i quali l’aggressore viene raggiunto da altri cinque adulti che cominciano a picchiare altri ragazzi.

Le vittime sono studenti del liceo classico Michelangelo di Firenze, presi di mira ieri mattina poco prima che suonasse la campanella da una squadraccia di militanti di estrema destra. L’intervento di un’insegnante, che ha cercato di fermare gli aggressori, ha probabilmente evitato che le violenze durassero di più. «Ma che fate ragazzi, fermatevi», ha cominciato a urlare la professoressa. Avvertita dalla preside del liceo, la Digos avrebbe identificato sei persone appartenenti, secondo quanto scritto dal presidente della regione Toscana Regione Toscana, Eugenio Giani – «ad Azione studentesca». «Un’aggressione squadrista di questa gravità e di fronte a una scuola è un fatto intollerabile», ha commentato invece il sindaco di Firenze Dario Nardella.

Da sinistra si attacca il governo per il silenzio mantenuto fino a ieri sera sull’episodio con il dem Emiliano Fossi che chiama in causa direttamente la premier Giorgia Meloni: «Un’aggressione inaccettabile, una preoccupante recrudescenza squadrista: presenterò un’interrogazione al ministro dell’Interno Piantedosi», ha detto il parlamentare. «Non possiamo chiudere gli occhi davanti ad adulti che prendono a calci e pugni studenti. Pensavamo che certi fatti appartenessero al passato di questo Paese, invece ci ritroviamo ancora a fare i conti con un’estrema destra aggressiva. Segnalo che la premier Giorgia Meloni parla di tutto ma non ha mai detto una parola contro i movimenti post fascisti».

Stando a una prima ricostruzione della polizia, alcuni militanti di destra stavano effettuando un volantinaggio non autorizzato dalla questura in una piazza non distante dalla strada in cui si trova la scuola. Gli adulti, ameno sei, si sarebbero fatti avanti quando alcuni degli studenti del Michelangelo appartenenti al Sum, il collettivo Studenti uniti Michelangelo, si sarebbero avvicinati. La reazione sarebbe stata immediata e violentissima come si vede dal video.

Il sindaco Nardella ha chiesto al questore di fare chiarezza al più presto su quanto accaduto. Ma l’aggressione di fronte al liceo fiorentino ha provocato la reazione anche da parte di politici nazionali, a partire da Elly Schlein e Stefano Bonaccini, entrambi candidati alla segreteria del Pd. «La mia piena e totale solidarietà agli studenti dei collettivi che hanno subito una vera e propria aggressione squadrista», ha detto Schlein. «Condanno fermamente – ha invece scritto su Twitter Bonaccini – le indegne aggressioni effettuate a Firenze da militanti fascisti».

Per Monica Cirinnà, responsabile diritti del Pd, «le scene dell’aggressione fascista davanti al liceo Michelangelo di Firenze sono dolorose e inquietanti». «Non possiamo tacere, né minimizzare – ha aggiunto -. Ho vissuto gli anni della violenza politica, anche nelle scuole, un tempo che non deve tornare: la scuola è luogo di libertà, inclusione, palestra di formazione alla democrazia e alla cittadinanza consapevole, uno spazio che va preservato e difeso».

«Vedo che FdI di Firenze parlando dell’aggressione agli studenti del liceo fiorentino Michelangelo parla di ‘scontri’? Ma con quale coraggio dicono queste cose? Se vogliono possiamo rimandargli il video dell’episodio. È stata un’aggressione, non cerchino di confondere le acque», afferma invece il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra, che sulla vicenda sta preparando un’interrogazione parlamentare ai ministri Piantedosi e Valditara. «Se poi corrispondono al vero – ha proseguito il leader di SI – le notizie che circolano in rete che i responsabili della violenza siano legati al Casaggi e al movimento giovanile di Fratelli d’Italia, e addirittura alcuni siano membri della Consulta Provinciale degli Studenti, la vicenda assume proporzioni ancora più gravi ed allarmanti».