Com’è la situazione a Kherson

La ritirata russa ha lasciato una città senza energia e acqua, e c'è preoccupazione per una grande diga danneggiata

(AP Photo/Yevhenii Zavhorodnii)
(AP Photo/Yevhenii Zavhorodnii)
Caricamento player

Da venerdì le forze ucraine sono rientrate nella città di Kherson, una delle prime grandi città che la Russia aveva occupato all’inizio dell’invasione e che controllava da allora, nel sud del paese. La ritirata russa è avvenuta piuttosto velocemente e in maniera caotica, tuttavia c’era il sospetto che alcuni reparti potessero rimanere in città per tentare un attacco all’esercito nemico in entrata, cosa che poi non è avvenuta: al contrario, gli ucraini non hanno incontrato alcuna resistenza e sembra che adesso stiano riprendendo il pieno controllo sulla città.

Al loro ingresso, i soldati hanno incontrato molti abitanti in festa, per le strade e nelle piazze, ma anche una situazione umanitaria piuttosto grave. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto che «prima di fuggire da Kherson gli occupanti hanno danneggiato tutte le infrastrutture più importanti: la rete elettrica, quella idrica, i sistemi di comunicazione». Roman Holovnia, collaboratore del sindaco della città, ha detto che mancano sia l’acqua che l’elettricità, con la conseguente scarsità di beni alimentari primari: è difficile anche preparare e cuocere il pane, ad esempio.

Uno dei problemi del rientro in città sono le mine e gli altri esplosivi lasciati dall’esercito russo. Alcuni di questi potrebbero avere la forma di oggetti comuni e quindi diventare estremamente pericolosi per la popolazione: anche per questo il capo della polizia nazionale, Igor Klymenko, ha chiesto ai residenti che avevano lasciato la città di aspettare a tornare. Alle persone che invece erano rimaste ha chiesto di fare attenzione e di non toccare oggetti dall’aria sospetta.

Al momento sono in corso le ricerche degli artificieri in tutta la città: Zelensky ha detto che le autorità hanno trovato quasi duemila dispositivi pericolosi tra mine, trappole esplosive e ordigni inesplosi.

Un altro problema sono i danni che la Russia potrebbe aver causato nel corso della ritirata, non solo nella rete idrica ed elettrica. Sabato è stata danneggiata una grossa diga nella città di Nova Kakhovka, circa ottanta chilometri a est di Kherson, non è ancora chiaro da chi: nessuna delle due parti ha rivendicato la responsabilità, ma nelle scorse settimane i funzionari ucraini avevano avvertito più volte l’esercito russo di non provocare danni alla diga, perché le conseguenze avrebbero potuto essere catastrofiche. L’acqua della diga alimenta la centrale nucleare di Zaporizhzhia, e inoltre eventuali danni strutturali potrebbero causare un’inondazione di enorme portata.

La diga alimenta una centrale idroelettrica sul fiume Dnipro. Alcune immagini satellitari dell’azienda tecnologica Maxar mostrano danni considerevoli sia a una parte della diga che ad alcune paratoie.