Il Consiglio dei ministri di domani (il primo operativo dopo quello di esordio, dedicato agli adempimenti formali) sarà ad alto tasso identitario: all’ordine del giorni i temi della Giustizia e del Covid. Visto che politica estera, economia ed energia vanno in assoluta continuità con l’esecutivo Draghi, sulla pandemia Giorgia Meloni vuole marcare la massima distanza (come dichiarato alle Camere) in continuità con la linea tenuta da FdI quando era opposizione, vicina al fronte No vax.

«All’esame del Cdm – recita la nota di Palazzo Chigi – ci sarà l’anticipo al primo novembre 2022 della scadenza dell’obbligo vaccinale per chi esercita la professione sanitaria e la conseguente abrogazione delle sanzioni per l’inosservanza dell’obbligo. L’obiettivo è dare seguito all’indicazione del Presidente Meloni nelle sue dichiarazioni programmatiche al Parlamento e segnare così un primo atto di discontinuità rispetto ai precedenti Esecutivi». Dal ministero dell’Economia ieri avevano fatto sapere di aver inviato al Dipartimento per i rapporti con il Parlamento un emendamento al dl Aiuti ter, all’esame della Camera: la proposta prevede la sospensione delle attività e i procedimenti di irrogazione della sanzione fino al 30 giugno 2023 nei casi di inadempimento dell’obbligo vaccinale Covid.

Tante le voci critiche: «Il cambio di passo sulle sanzioni e il reintegro dei sanitari non vaccinati sono misure che, per strizzare l’occhio a uno sparuto manipolo di No vax, sanciscono il principio, tutto italico, che fare i furbi conviene – il commento dell’epidemiologo Pierluigi Lopalco -. Male anche l’intenzione di abolire per decreto l’uso di mascherine in ambienti sanitari. Tale decisione andrebbe guidata da linee di indirizzo scientifiche non da atti politici che puzzano di ideologia». Mario Clerici, docente di immunologia dell’università di Milano: «In che paese viviamo? Se decidiamo di fare qualcosa di serio, per una volta, allora facciamolo fino in fondo. Sono assolutamente contrario a queste scelte. E contrarissimo al reintegro dei sanitari non vaccinati. Diamo veramente un messaggio all’insegna del ‘volemose bene’. Se sei un sanitario, potresti essere fonte di un focolaio di infezione. Quindi anche dal punto di vista medico, oltre che etico e di principio, non è saggio».

Il neo ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha da subito delineato la strategia del governo: «È opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti, ispirati a criteri di responsabilità». Che si traduce in: bollettino dei contagi solo settimanale; medici non vaccinati reintegrati subito; congelate le cartelle da 100 euro per gli over 50 che hanno evaso l’obbligo vaccinale; alle direzioni sanitarie la valutazione sull’uso delle mascherine per gli operatori sanitari, reparto per reparto. Infine: «Un provvedimento per risolvere il contenzioso delle aziende sanitarie e ospedaliere con operatori No vax sospesi».

Posizioni nette che, però, hanno incontrato l’altolà del presidente Mattarella, contrario alla cancellazione di tutte le misure di contrasto al Covid proprio alla vigilia dell’inverno. Dall’opposizione si è fatto sentire il presidente Pd dell’Emilia Romagna (impegnato nella battaglia congressuale per il nuovo segretario dem) Stefano Bonaccini: «Se in materia di sanità pubblica la linea al governo la daranno i No vax ne vedremo delle belle. Prima mossa schiaffo alla scienza e alla responsabilità. Punto».