Grande accoglienza quella ricevuta dal presidente francese Emmanuel Macron a Washington, che è riuscito a strappare al presidente americano la promessa di riaprire il dialogo con Vladimir Putin consultandosi con gli alleati Nato e soltanto se il presidente russo si mostrerà pronto a voler «cercare un modo per concludere il conflitto».

La dichiarazione pubblica del presidente è un grande successo diplomatico per Macron, che può tornare in Europa forte di un ottimo risultato. Secondo Biden, Putin attualmente non ha intenzione di porre termine alla guerra, ma se cambierà idea «sarò contento di incontrarlo per capire cosa ha in mente» ha detto il presidente. Washington e Parigi hanno mostrato un fronte unito anche sul fatto che «non chiederemo mai agli ucraini di fare compromessi per loro inaccettabili».

La visita

Ad attendere il presidente francese appena sceso dall’aereo presidenziale c’era il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in persona. In serata i due leader hanno cenato in un ristorante insieme alle loro first lady, Jill Biden e Brigitte Macron, e hanno postato le foto su Twitter.

La visita di Macron negli Stati Uniti durerà in totale tre giorni e tra i temi al centro della visita c’è la guerra in Ucraina, la concorrenza cinese e l’Inflation reduction act, il maxi programma a sostegno della transizione ecologica voluto da Biden e che secondo Macron penalizza alcune industrie europee.

«Possiamo avere piccole differenze con la Francia, ma le sfide sono comuni, ha detto Joe Biden in conferenza stampa davanti ai giornalisti. «Non siamo mai in disaccordo sulle questioni fondamentali», ha aggiunto.

L’inflation recution act

Gli Stati Uniti e la Francia collaboreranno a una task force Usa-Ue sull’Inflation Reduction Act, in modo da rafforzare la loro partnership su energia pulita e cambiamento climatico, fanno sapere i due governi. Ma non è così semplice, secondo il presidente francese i sussidi concessi dal governo americano per i veicoli elettrici rischia di essere una misura protezionista, dato che la condizione necessaria è che il prodotto sia di fatturazione made in Usa. Sulla questione l’Eliseo ha provato a fare pressioni ben prima della visita a Washington, cercando di arrivare poi durante l’incontro a qualche esenzione. Per ora, però, Joe Biden non ha intenzione di cedere ed è convinto che la sua misura possa favorire anche l’industria automobilistica europea. 
«La Cina favorisce i propri prodotti, gli Stati Uniti favoriscono i propri prodotti. Potrebbe essere il momento per l’Europa di favorire i propri prodotti», ha detto domenica il ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire. Il rischio è che possa iniziare una sorta di “guerra commerciale” se anche Bruxelles introducesse delle sovvenzioni per le aziende europee.

Politica estera

Il sostegno militare a Kiev e la possibilità di avviare una nuova serie di negoziati per arrivare alla pace sono altri due temi che sono al centro della visita a Washington di Macron. Fino a questo momento il presidente francese è stato tra i leader europei più propensi al dialogo con Vladimir Putin e fin dalle prime settimane del conflitto ha intrattenuto con il presidente russo una serie di colloqui telefonici ma senza ottenere risultati concreti. I due leader hanno ribadito che forniranno «un aiuto politico, di sicurezza, umanitario ed economico finché sarà necessario».

Nel comunicato congiunto a fine incontro si legge: «Gli Stati Uniti e la Francia intendono continuare a lavorare con partner e alleati per coordinare gli sforzi di assistenza, ivi compresa la conferenza internazionale che si terrà a Parigi il 13 dicembre 2022, e intendono inoltre continuare a fornire un solido sostegno diretto al bilancio per l’Ucraina e sollecitare le istituzioni finanziarie internazionali ad aumentare il loro sostegno finanziario».

Biden ha anche menzionato la questione iraniana, dove da oltre due mesi migliaia di persone stanno manifestando contro l’oppressione del regime dopo la morte di Mahsa Amini. «Faremo in modo che l’Iran non otterrà mai l’arma nucleare».

Un altro tema menzionato nel comunicato congiunto è la concorrenza cinese. I due paesi «continueranno a coordinarsi riguardo alle loro preoccupazioni sulle sfide poste dalla Cina all’ordine internazionale basato sulle regole, incluso il rispetto per i diritti umani, e a lavorare insieme alla Cina su questioni globali come i cambiamenti climatici», si legge. Ma di primaria importanza è «mantenere la pace e la stabilità sullo Stretto di Taiwan».

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