«Non c’è alcuna logica militare in un un bombardamento di questo tipo, solo il desiderio sfrenato di uccidere quante più persone e di intimidire il resto della nostra gente». Il governatore ucraino della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, reagisce così al raid che ha colpito nella mattinata di ieri il mercato della città di Avdiivka, a quell’ora normalmente affollato, provocando la morte di almeno sette persone. Mentre a causa dei danni inferti alla rete elettrica dagli ultimi attacchi e per evitare i pesanti blackout che si sono verificati in diverse città, il primo ministro Denys Shmyhal ha rivolto un appello a imprese e cittadini per ridurre di almeno il 25% i consumi tra le 17 e le 22.

SONO, NELL’ORDINE, l’episodio più sanguinoso e l’annuncio più allarmato del terzo giorno di rappresaglia russa sull’Ucraina, la risposta di Putin al clamoroso attacco che ha colpito lunedì il ponte di Kerch, in Crimea. Un “affronto” per il quale ieri in Russia sono state arrestate 12 persone nell’ambito di indagini che puntano il dito sui servizi speciali ucraini. Le autorità russe sostengono di aver sventato almeno altri due attentati, al terminal della logistica di Briansk e Nizhny Tagil, nella regione di Sverdlovsk. Nel frattempo diverse esplosioni – riferisce Ria Novosti – sono state avvertite a Belgorod, in territorio russo, dove è entrata in funzione la difesa anti-aerea.

Sulle difficoltà varie che i russi starebbero incontrando in questa nuova fase del conflitto, il portale i-Stories quantifica in 90 mila i soldati «irrecuperabili», numero che comprende uccisi, feriti, dispersi e disertori. Una stima vicina a quella già ipotizzata dai servizi inglesi e americani. Un’inchiesta del sito Mediazona ripresa dal Moscow Times rivela che ormai verrebbero arruolati a forza i senzatetto e gli indigenti in fila per il cibo di fronte ai centri di assistenza.

IERI È STATO ANCHE IL GIORNO del vertice a Bruxelles tra i ministri della Difesa dei paesi Nato. Il loro omologo ucraino Oleksii Reznikov ha ottenuto i sistemi di difesa anti-aerea richiesti e per una volta ha lasciato il compito di rilanciare allo stesso segretario dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg: «I paesi membri hanno già dato il loro contributo – ha detto tra l’altro Stoltenberg – ma non basta. Abbiamo bisogno di diversi tipi di armi per compiti diversi (…). L’Ucraina è un grande paese, dobbiamo aumentare le forniture di questi sistemi per aiutare gli ucraini a difendere ancora più città e più territorio dagli orribili attacchi russi contro la loro popolazione civile».

 

Il vertice dei ministri della Difesa Nato ieri a Bruxelles (foto Ansa)

 

Parole e fatti. In viaggio dagli Usa ci sarebbero i sofisticati National Advanced Surface-to-Air Missile Systems (Nasams). L’Olanda manderà sistemi analoghi per un valore di 15 milioni di euro. Anche il Canada annuncia un nuovo pacchetto di aiuti militari. E secondo Der Spiegel i sistemi IRIS-T promessi dalla Germania sono già arrivati a destinazione. Il ministro Reznikov conferma e annuncia l’inizio di «una nuova era nella difesa aerea dell’Ucraina».

IN ATTESA DELL’ESITO DEL VERTICE previsto oggi a Astana, sul quale punta forte il presidente turco Erdogan, prosegue il balletto di dichiarazioni sull’ipotesi ventilata da più parti di un incontro Biden-Putin al prossimo G20 in Indonesia. Intervistato dalla Cnn il presidente Usa ha detto di non trovare sensato un incontro con Putin in questo momento, ma «dipende….». Precisando che non ha «intenzione di negoziare, e nessuno è pronto a farlo, sull’Ucraina senza l’Ucraina», Biden aggiunge che se Putin «venisse da me per parlare di Griner lo incontrerei». Il riferimento è a Brittney Griner, la cestista Usa condannata a 9 anni di carcere in Russia per possesso di marijuana.

Per il resto il leader russo «ha sbagliato i calcoli, pensava che sarebbe stato accolto a braccia aperte quando ha invaso l’Ucraina». Biden non crede che arriverà a usare le armi nucleari, ma certo «non può continuare a parlare con impunità dell’uso di armi nucleari tattiche come se fosse una cosa razionale da fare».

LA RISPOSTA è arrivata a stretto giro dal consigliere del Cremlino Juri Ushakov, secondo il quale «la Russia non rifiuta mai i negoziati (…) ma se i suoi partner non sono interessati ad avviare dei colloqui non sarà Mosca a imporli».