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  • Domenica 13 novembre 2022

La prima condanna a morte per le proteste in Iran

È stata comunicata domenica dalla magistratura iraniana e non è ancora chiaro a chi sia stata inflitta

Una protesta organizzata dagli studenti della Sharif University a Teheran lo scorso 7 ottobre (AP Photo)
Una protesta organizzata dagli studenti della Sharif University a Teheran lo scorso 7 ottobre (AP Photo)
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Domenica un tribunale di Teheran, in Iran, ha condannato a morte una delle moltissime persone incriminate per il loro coinvolgimento nelle ampie proteste degli ultimi due mesi contro la morte di Mahsa Amini e contro il regime iraniano. Mizan, il sito di notizie della magistratura iraniana, ha specificato che questa persona è stata condannata per aver «dato fuoco a un edificio governativo, per disturbo dell’ordine pubblico, complotto finalizzato a commettere un crimine contro la sicurezza nazionale» e per uno dei reati più gravi secondo la legge iraniana, ovvero quello di aver diffuso corruzione e declino morale ed essere «nemica di Dio».

Il comunicato di Mizan, citato dal sito Arab News, non chiarisce l’identità della persona condannata e non specifica se sia un uomo oppure una donna. A fine ottobre la madre di un ragazzo di 22 anni aveva detto in un appello condiviso sui social network che suo figlio era stato condannato a morte proprio per questo reato, ma dopo molte proteste la magistratura aveva negato di aver stabilito la condanna. Al momento comunque non è chiaro se la condanna riguardi questo ragazzo o un’altra persona.

Nel frattempo un altro tribunale di Teheran ha condannato altre cinque persone a pene tra i 5 e i 10 anni di carcere per «complotto finalizzato a commettere un crimine contro la sicurezza nazionale e disturbo dell’ordine pubblico». Il sito Mizan dice che tutte le persone condannate potranno fare appello.

Domenica mattina la magistratura aveva fatto sapere di aver incriminato più di 750 persone in tre province con accuse di vario tipo, tra cui «istigazione all’omicidio», «propaganda contro il regime», «danni alla proprietà pubblica» e «lesioni a pubblico ufficiale». Nelle scorse settimane erano già stati incriminati più di 2mila manifestanti, quasi la metà dei quali a Teheran: secondo le organizzazioni che si occupano di diritti civili comunque le persone arrestate durante le proteste sarebbero circa 15mila.

– Leggi anche: Cos’è successo alla giornalista che ha reso pubblico il caso di Mahsa Amini