Sebnem Korur Fincanci, la presidente del Consiglio centrale dell’unione dei medici di Turchia (Ttb), è stata scarcerata 76 giorni dopo la detenzione e contemporaneamente è stata condannata a 2 anni, 8 mesi e 15 giorni di carcere. Fincanci è accusata di fare «propaganda terroristica» e «umiliare e offendere il popolo turco, lo stato della repubblica di Turchia e le istituzioni e gli organi dello stato» a causa di un suo intervento televisivo rilasciato al canale Medya Tv, nel mese di ottobre, che trasmette dall’estero e anche questo accusato di propaganda terroristica.

Le dichiarazioni di Fincanci riguardano il presunto utilizzo delle armi chimiche da parte delle Forze armate turche (Tsk) sul territorio del Kurdistan iracheno, nel mese di ottobre, durante un intervento militare condotto contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk).

Questa formazione armata, in conflitto con lo stato turco da quarant’anni, viene definita dallo stesso come un «organizzazione terroristica».

Fincanci, nel suo intervento, da medico legale, utilizzò queste parole: «Per giungere alla diagnosi sono necessarie un’indagine e una documentazione efficaci e indipendenti.

Tuttavia, a oggi, sembra che non sia possibile e questo fatto non è accettabile tenendo in considerazione che numerose convenzioni internazionali lo prevedono. Come diagnosi provvisoria posso dire che le persone riprese in questi materiali audiovisivi sembra che abbiano subito l’uso delle armi che hanno degli effetti tossici».

La dottoressa si riferiva a una serie di video diffusi precedentemente da alcuni organi di stampa vicini al Pkk.

Gli altri rischi

Ovviamente l’accusa è stata immediatamente rifiutata dal ministero della Difesa e poi da tutti i vertici del governo. Infine il presidente della Repubblica di Turchia in un suo intervento pubblico aveva anche promesso che avrebbe portato avanti una battaglia legale contro coloro che avanzavano quest’accusa. Pochi giorni dopo, il 26 di ottobre, Fincanci è stata arrestata. In un processo avviato immediatamente la dottoressa è stata condannata a 2 anni, 8 mesi e 15 giorni di reclusione ed è stata scarcerata, visti i giorni trascorsi in carcere.

Ovviamente la strada dei ricorsi è ancora aperta ma nel mentre sono stati aperti altri processi che potrebbero togliere a Fincanci i suoi incarichi. Fincanci, ha una lunga carriera di ricerche e denunce sui casi di tortura registrati in Turchia. Ha avuto vari incarichi in numerosi progetti delle Nazioni unite e dell’Organizzazione mondiale della sanità.

È stata anche una dei firmatari dell’Appello per la pace del 2016, è stata processata e condannata a 2 anni e 6 mesi di reclusione, ma nel 2020 è stata assolta.

La sua organizzazione, Ttb, è conosciuta con le sue sistematiche denunce fatte per difendere i diritti dei lavoratori del campo della sanità e per difendere la salute della società. Infatti nel 2018 la Ttb rilasciò un breve comunicato definendo la guerra come una «minaccia contro la salute delle persone». Ttb è stata denunciata con l’accusa di propaganda terroristica e il mondo politico non ha esitato a definire i suoi membri come dei «traditori della patria».

Gli attacchi e la solidarietà

«L’unione dei medici di Turchia esiste da quasi cento anni e ha il dovere di difendere la salute della società, non solo i diritti delle persone impiegate nel campo della sanità. Nel fare questo ovviamente analizziamo e a volte mettiamo in discussione l’operato dei governi.

Le critiche che avanziamo non piacciono a chi governa questo paese. Per esempio, durante la pandemia c’è stata una cattiva gestione da parte del governo e una parziale trasparenza nella comunicazione dei numeri.

Abbiamo lavorato per denunciare tutto. Questo ha dato fastidio al ministro della Sanità ma anche al presidente della Repubblica», spiega Fincanci. Il regime al potere in Turchia rappresenta una cultura decisamente maschilista e arrogante per cui le persone che «mettono i bastoni tra le ruote» subiscono forti campagne di calunnie e criminalizzazione da parte dei rappresentanti del governo e dai media che lavorano come i mezzi di propaganda del regime. «In Turchia spesso si utilizza l’accusa di “terrorismo” nei nostri confronti nel momento in cui il governo vuole criminalizzarci. I media e i politici vogliono manipolare la società con l’obiettivo di creare un’opinione pubblica negativa nei nostri confronti».

«Ma tutto questo è un’operazione senza successo. La mia scarcerazione è il frutto della solidarietà e ciò dimostra che a livello locale e internazionale la Ttb riceve riconoscimento e rispetto. Oggi le persone che non conoscono mi fermano per strada e si congratulano con me. Sanno che abbiamo sempre difeso i diritti di tutte le persone, anche quelle che potrebbero odiarci.

Abbiamo difeso il loro diritto alla salute». Infatti, oltre agli attacchi del governo e sui giornali, c’è stata anche una reazione di solidarietà in Turchia e all’estero. «In qualità d’intellettuale, la mia richiesta di porre domande e riferire la verità al pubblico non è solo mia responsabilità da scienziata, ma anche responsabilità da cittadina. La medicina riguarda gli esseri umani. Essere medico vuol dire opporsi a tutti i tipi di fattori che danneggiano la salute pubblica, dalla resistenza contro i crimini contro l’umanità alla protezione delle nostre olive e api, dalle guerre al cambiamento climatico», sono le parole di Fincanci pronunciate in una delle udienze del suo processo qualche settimana fa.

Questo sentimento di responsabilità si conclude con un augurio: «In Turchia regnerà di nuovo la democrazia, la giustizia, la libertà e la pace. Altrimenti, senza questi elementi, vivere in questo Paese non sarebbe possibile. So di certo che vivremo tutti insieme e in pace».

 

© Riproduzione riservata