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  • Lunedì 17 ottobre 2022

Com’è andato l’atteso dibattito tra Bolsonaro e Lula

Tra i due candidati alla presidenza del Brasile è finita in sostanziale parità, nonostante una discussione molto teatrale

(AP Photo/Marcelo Chello)
(AP Photo/Marcelo Chello)
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A due settimane dal secondo turno delle elezioni presidenziali in Brasile, domenica si è svolto un dibattito televisivo tra i due candidati arrivati al ballottaggio: il presidente uscente di estrema destra, Jair Bolsonaro, e l’ex presidente di sinistra e leader del Partito dei Lavoratori Luiz Inácio Lula da Silva. L’incontro era stato organizzato da diversi media ed era molto atteso. Secondo molti esperti è difficile dichiarare chi abbia avuto la meglio tra i due.

Durante il confronto Lula ha definito Bolsonaro il «re della stupidità» e un «piccolo dittatore», venendo in cambio chiamato «bugiardo» e una «vergogna nazionale» da Bolsonaro. Ma, nonostante alcuni scambi forti e un formato molto teatrale che permetteva ai due candidati di muoversi sul palco e di avvicinarsi l’uno all’altro, il clima è stato piuttosto cortese.

Il primo grande tema affrontato è stato quello della crisi legata alla pandemia da coronavirus, che ha causato in Brasile 687 mila morti. Lula ha accusato Bolsonaro di aver sottovalutato i pericoli del coronavirus, mostrandosi scettico nei confronti dei vaccini e proponendo anche soluzioni non scientifiche: «Nessun governo al mondo ha giocato con la pandemia e con la morte come ha fatto il tuo», ha detto Lula, mettendo Jair Bolsonaro di fronte alla sua gestione assai discutibile e controversa della pandemia e all’emarginazione politica internazionale che quella stessa gestione gli aveva causato: «Nessun paese ti invita e nessuno vuole venire a trovarti. Io riaprirò il Brasile al mondo», ha detto Lula.

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Durante questa prima parte del dibattito Lula sembrava essere decisamente in vantaggio. È apparso molto sicuro, ha lasciato la propria postazione per rivolgersi direttamente alla telecamera e attaccare Bolsonaro il quale, invece, con un’espressione tesa e con le mani unite dietro la schiena non ha mai incrociato lo sguardo con quello del suo avversario.

Il resto del confronto è apparso tuttavia più equilibrato.

Bolsonaro ha attaccato Lula sulle accuse di corruzione che l’hanno coinvolto. Lula è stato presidente fra il 2003 e il 2007 e è tornato ad essere candidabile e eleggibile dopo l’annullamento della condanna per corruzione del 2017: «Lula, resta a casa, goditi la vita e non tornare sulla scena del crimine», ha detto il presidente uscente.

Lula si è difeso, ma secondo gli analisti l’ex presidente ha perso l’occasione di essere più chiaro e convincente. Bolsonaro ne ha approfittato chiedendo conto a Lula dei suoi presunti legami con alcuni regimi di sinistra di altri paesi e, in particolare, con quello del presidente Daniel Ortega in Nicaragua: «Imprigiona i sacerdoti e i nostri fratelli cattolici e tu dici che è tuo amico», ha detto Bolsonaro. Anche in questo caso, il leader del Partito dei Lavoratori ha semplicemente evitato di rispondere direttamente dicendo che «il regime politico del Nicaragua dipende dai nicaraguensi».

I due candidati hanno poi affrontato diversi temi, dall’Amazzonia alla povertà passando per il destino dell’azienda petrolifera pubblica del Brasile Petrobras, ma diversi giornali hanno sottolineato con grande sorpresa come, durante il dibattito, non sia stato fatto alcun riferimento esplicito a uno degli argomenti di cui più si è parlato negli ultimi giorni di campagna elettorale: le accuse di pedofilia dopo una peculiare dichiarazione di Bolsonaro.

La discussione è nata da un’intervista di Bolsonaro pubblicata venerdì 14 ottobre, in cui il presidente uscente raccontava un aneddoto che lo riguardava avvenuto nell’aprile del 2021. Ha spiegato che durante la visita a una periferia di Brasilia, la capitale del paese, ha incontrato «tre o quattro» ragazzine venezuelane minorenni che avevano «14 o 15 anni». Le ha descritte lui stesso come delle «bambine», «graziose» e «ben predisposte», suggerendo dunque che si prostituissero. E poi ha aggiunto che tra lui e loro si era creato un «pintou um clima», espressione che in portoghese può suonare in modo molto ambiguo e che può suggerire un’atmosfera di seduzione.

L’intervista è stata subito ripresa dall’opposizione, sui social si è diffuso l’hashtag #bolsonaropedofilo, Bolsonaro è stato definito un «depravato» e un «criminale» da vari esponenti del Partito dei Lavoratori ed è stato accusato di non aver denunciato alla polizia eventuali casi di prostituzione minorile. Le opposizioni hanno poi cominciato a far circolare un video che è stato però bloccato dal Tribunale superiore elettorale perché il suo contenuto «è consapevolmente falso e decontestualizzato».

Nonostante questo, diversi giornalisti ritengono che quanto accaduto potrebbe avere ripercussioni su Bolsonaro e soprattutto all’interno della comunità evangelica molto conservatrice che lo ha sempre sostenuto. Bolsonaro si è tra l’altro sempre presentato come un «campione della moralità» e ha impostato tutta la propria campagna elettorale sul tema del «bene contro il male», denunciando una sinistra «satanista», «demoniaca» e vicina alla criminalità.

Durante il dibattito di domenica, Lula aveva evidentemente deciso di non affrontare esplicitamente l’argomento delle accuse di pedofilia, scegliendo di farvi riferimento semplicemente indossando sulla giacca una spilla a forma di fiore giallo, un simbolo che in Brasile rappresenta la lotta alla violenza contro bambini e adolescenti. Alla fine è stato lo stesso Bolsonaro a far riferimento alle accuse, dicendo di aver passato le 24 ore più brutte della sua vita e che il Partito dei Lavoratori si era comportato in modo «vile» aggredendolo su ciò che lui ha «di più prezioso: la difesa della famiglia brasiliana e l’innocenza dei bambini».

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Secondo le analisi dei media brasiliani, il dibattito è finito in parità, con un leggero vantaggio per Lula. «Lula ha vinto, ma di poco. È come una partita di calcio in cui una squadra ha fatto cinque gol durante il primo tempo, ma ne ha incassati quattro nel secondo», ha riassunto su Twitter il politologo Christian Lynch. Un secondo dibattito tra Lula e Bolsonaro si terrà il prossimo 28 ottobre sul canale TV Globo, il più visto del paese. Il secondo turno delle presidenziali sarà il 30 ottobre.