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Mondiali di calcio nel Qatar, Amnesty International sollecita Infantino a rompere il silenzio sui risarcimenti ai lavoratori migranti

Lavoratori immigrati nel Qatar, impiegati nelle costruzioni delle strutture sportive
Lavoratori immigrati nel Qatar, impiegati nelle costruzioni delle strutture sportive 
"Concentratevi sul pallone", dice Gianni Infantino il presidente svizzero con cittadinanza italiana della FIFA. E il ministro del Lavoro del Qatar ha liquidato la campagna di Amnesty  come “una trovata pubblicitaria”
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ROMA - Quando manca meno di una settimana all’inizio dei Mondiali di calcio in Qatar, il tempo perché la Federazione internazionale delle Associazioni calcistiche (Fifa) e il suo presidente (svizzero, con cittadinanza italiana) Gianni Infantino s’impegnino a risarcire i lavoratori migranti per i danni subiti durante la preparazione del torneo sta scadendo. “A meno che non rompa il silenzio sul tema dei risarcimenti - ha dichiarato Steve Cockburn, direttore del programma Giustizia economica e sociale di Amnesty International  - Infantino pare voler rifiutare l’opportunità aurea che i Mondiali lascino un’eredità di rispetto e onore per i lavoratori che li hanno resi possibili. Gli sono state presentate fior di prove sulle conseguenze umane degli ultimi 12 anni e una proposta per aiutare le vittime e le loro famiglie a rifarsi una vita. Il messaggio da Zurigo e Doha non può solo concentrarsi sul calcio”.

Quei danni subiti da migliaia di lavoratori. “La Fifa - ha aggiunto Cockburn - non può usare lo spettacolo dei Mondiali per venir meno alle sue responsabilità. Ha un chiaro dovere nei confronti dei danni subiti da centinaia di migliaia di lavoratori mentre costruivano gli stadi e le infrastrutture necessari per lo svolgimento del torneo. Un impegno pubblico in favore di un fondo di risarcimento, sebbene non possa annullare il passato, rappresenterebbe un grande passo avanti. Il tempo è agli sgoccioli - ha concluso - ma non è ancora troppo tardi perché la Fifa faccia la cosa giusta”. Nel maggio 2022 Amnesty International e una coalizione di organizzazioni hanno lanciato una campagna per chiedere al Qatar e alla Fifa di avviare un programma complessivo di rimedi per le centinaia di migliaia di lavoratori vittime di tasse di assunzione illegali, salari non pagati, ferimenti e decessi. Finora, Gianni Infantino non ha replicato in alcun modo alla lettera congiunta inviatagli all’inizio della campagna e ha sempre evitato di affrontare in pubblico il tema dei risarcimenti.  

Il sostegno di decine di Associaioni calcistiche. La proposta del programma di rimedi ha ottenuto ampio sostegno da parte di una decina di Associazioni calcistiche (tra le quali Inghilterra, Germania, Francia, Paesi Bassi e Usa), degli sponsor dei Mondiali Coca Cola, Adidas, Budweiser e McDonalds e, con un video diventato virale il mese scorso, della nazionale di calcio dell’Australia. Sebbene alti dirigenti della Fifa abbiano riconosciuto l'importanza dei risarcimenti, la governance del calcio e il suo presidente non hanno mai fatto alcuna dichiarazione pubblica. Un sondaggio globale commissionato da Amnesty International in 15 stati ha rivelato che l’84% delle persone che probabilmente vedranno i Mondiali è a favore della proposta. 

La risposta: "Concentrateci sul pallone". Il 4 novembre Gianni Infantino ha scritto alle 32 nazioni finaliste dei Mondiali di Qatar 2022 sollecitandole a “concentrarsi sul pallone” e a lasciare da parte le questioni relative ai diritti umani. Poco prima, il ministro del Lavoro del Qatar aveva liquidato la campagna di Amnesty International come “una trovata pubblicitaria”. “Se Gianni Infantino vuole che il mondo ‘si concentri sul calcio’ - ha replicato Steve Cockburn - la soluzione è semplice: la Fifa inizi finalmente ad occuparsi delle gravi questioni riguardanti i diritti umani anziché spazzarle sotto il tappeto. Ad esempio, s’impegni pubblicamente a istituire, prima del fischio d’inizio, un fondo per risarcire i lavorati migranti e assicuri che le persone Lgbtqia+ non subiranno discriminazioni e minacce. È incredibile che ciò non sia stato ancora fatto”. 

Il sondaggio globale. Un sondaggio globale commissionato da Amnesty International a YouGov, svolto dal 16 agosto al 6 settembre scorso, ha rivelato che quasi due terzi (il 73%) di oltre 17.000 persone adulte in 15 stati ritiene che la Federazione internazionale delle associazioni calcistiche dovrebbe risarcire i lavoratori migranti per i danni subiti durante la preparazione dei mondiali di calcio che inizieranno a novembre in Qatar. Il sostegno è ancora maggiore (84%) tra coloro che guarderanno almeno una partita in tv. Per il 67% delle persone intervistate, la federazione calcistica del loro stato dovrebbe prendere la parola sulle violazioni dei diritti umani collegate ai mondiali e sostenere anche la richiesta di risarcimenti da parte della Fifa.