Ucraina, come funzionano i carri armati Leopard e perché Zelensky insiste per averli

di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Il punto militare 341 | La Nato ha scelto i tank di produzione tedesca perché sono in dotazione a 13 Paesi europei: offrono una riserva consistente e scorte di munizioni. Nuovo bilancio delle vittime russe: c’è chi dice siano 100 mila fra morti e feriti, chi alza la stima a 188 mila

Ucraina, come funzionano i carri armati Leopard e perché Zelensky insiste per averli

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, 64 anni, davanti a un carro armato Leopard 2 (foto Getty/Dadiv Hecker)

L’importanza dei tank, le perdite pesanti, gli ultimi sviluppi sul campo: sono gli spunti del nostro taccuino dedicato alla crisi. Con Berlino oscillante: domenica sera ha annunciato che non si oppone più alla cessione dei carri armati da parte dei polacchi.

I carri armati

Il balletto della Germania sulla fornitura dei Leopard innesca critiche, ironie da web, spiegazioni sul perché sono così importanti . L’Occidente — ricorda l’esperto Gustav Gressel — ha prima garantito armi per contenere gli invasori, è stata l’epoca dei Javelin anti-tank e degli Stinger anti-aerei, ormai un anno fa. Poi ha spedito artiglierie e i razzi a lungo raggio, «sintetizzati» da un termine: Himars. Ora Kiev ha bisogno di equipaggiamenti che consentano manovre combinate, estese, in coordinamento con fanteria, blindati, droni. L’obiettivo è liberare i territori. Da qui l’opzione Leopard dettata dalle seguenti ragioni.

1) Sono in dotazione a 13 Paesi europei, una riserva consistente.

2) Un solo modello è meglio della Babele di corazzati d’origine diversa. Semplifica la logistica, più facile avere pezzi di ricambio, l’Ue potrebbe creare un meccanismo di assistenza efficace vicino all’Ucraina. La Polonia, tanto per fare un esempio, è pronta a cedere circa 200 dei suoi Leopard e ha annunciato che inizierà comunque il training degli ucraini.

3) Berlino, nel caso mettesse fine al suo blocco, ne avrebbe 19 (versione 2A5) attualmente usati come «nemici» nelle esercitazioni.

Potenza di fuoco

Il carro ha una notevole potenza di fuoco (cannone da 120 mm), è veloce, ha apparati che consentono il combattimento notturno, può garantire un vantaggio nei duelli con il nemico con maggiore precisione di tiro. Consuma meno dell’Abrams statunitense, la Nato — aspetto cruciale — ha scorte di munizioni. Gli ufficiali della resistenza hanno avanzato una richiesta di almeno 300 mezzi e i numeri, in base agli arsenali, ci sono. Con una cautela: non sono chiare le condizioni dei tank in deposito, potrebbero volerci molti mesi per riattivarli. La Spagna aveva dichiarato che i suoi non erano operativi. La Reinhmetall tedesca ha indicato come termine il 2024, un’eternità visto che tutti si aspettano scontri su larga scala tra la primavera e l’estate. Nel frattempo la Francia ha offerto i suoi Amx 10 (Macron non esclude di aggiungere i più pesanti Leclerc) e la Gran Bretagna 12 Challenger 2, iniziative per esercitare pressioni sulla Cancelleria germanica ma anche andare incontro all’esigenza di presentarlo come un piano atlantico, condiviso tra gli alleati. A margine una notizia che è una conferma. Foto hanno mostrato alcuni cannoni semoventi PhZ 2000 inviati dall’Italia, pare una mezza dozzina. Li hanno riconosciuti da alcuni particolari.

Le perdite

Durante il vertice dei donatori a Ramstein è riemerso il dramma dei caduti in battaglia. Il capo di Stato Maggiore statunitense Mark Milley ha sostenuto che Mosca avrebbe perso oltre 100 mila uomini, tra morti e feriti. Valutazione già emersa in passato. Gli analisti dell’Institute for the Study of War alzano a 188 mila, di questi 47 mila uccisi. Molte le ragioni: errori e difficoltà nei primi mesi dell’operazione, le tattiche suicide impiegate dalla Wagner sul fronte orientale, i colpi degli Himars e dei cannoni pesanti, la scarsa attenzione dei comandanti per le truppe considerate sacrificabili. Il generale Milley, però, ha ricordato come anche l’Ucraina veda i suoi soldati spazzati via. Il bilancio resta segreto ma anche per Kiev si parla di circa 100 mila morti e feriti. Altissimo il prezzo — secondo l’intelligence tedesca — sempre a Bakhmut, con centinaia di vittime ogni giorno.

Il campo

Gli invasori hanno sferrato un assalto nel settore di Zaporizhzhia e rivendicano successi contestati dagli ucraini. Quest’ultimi avrebbe guadagnato posizioni nella regione di Kremmina-Svatove dove cercano di raggiungere un’importante linea di comunicazione, da qui la decisione di impiegare molte risorse nonostante la pressione degli occupanti su Bakhmut. Infine un dettaglio sulle difese anti-aeree approntate a Mosca con missili batterie di missili Pantsir sui tetti di ministeri ed edifici pubblici. Un esperto ha rilevato come sia stato creato uno scudo a più cerchi che si sovrappongono per avere la massima protezione del Cremlino. Le misure possono essere lette come un’esercitazione preventiva, la rappresentazione di timori concreti su raid avversari, il segnale rivolto ai cittadini.

IL PUNTO MILITARE GIORNO PER GIORNO

22 gennaio 2023 (modifica il 24 gennaio 2023 | 10:09)