Il presidente degli Stati Joe Biden ha detto di non volere una «nuova guerra fredda» con la Cina dopo un importante incontro con il suo omologo cinese Xi Jinping. Biden ha detto anche di non cercare il «conflitto» con la Cina. Nel frattempo, la stampa di Pechino scrive che nell’incontro privato tra i due, Xi avrebbe avvertito Biden di non superare la «linea rossa» su Taiwan.

Nella conferenza stampa, Biden ha confermato che la politica della cosiddetta “unica Cina” rimane in vigore. Si tratta di un complesso accordo diplomatico, nel quale gli Stati Uniti non riconoscono formalmente a Taiwan lo status di paese indipendente, pur essendo uno stretto alleato della nazione isolana.

L’incontro è avvenuto in un momento in cui le relazioni tra i due paesi sono molto tese. Biden ha confermato che la conversazione tra i due è stata «diretta e franca», ma ha aggiunto che Xi gli è sembrato incline alla possibilità di ragiungere un compromesso.

L’incontro

«Come leader delle principali economie del mondo, dobbiamo gestire la competizione dei due nostri paesi», ha detto Biden all’inizio dell’incontro con il suo omologo cinese. «È un piacere rivederti dall’ultima volta avvenuta nel 2017», ha risposto Xi. In vista del colloquio, Biden aveva dichiarato di voler tracciare «linee rosse» nei rapporti con la Cina, per impedire che la relazione si deteriori ulteriormente. 

«Siamo in concorrenza. Il presidente Biden la accetta, ma vuole assicurarsi che la competizione sia delimitata, che si creino dei guardrail, che ci siano chiare regole della strada e che si faccia tutto ciò per garantire che la competizione non sfoci in un conflitto», ha detto un alto funzionario della Casa Bianca citato dal Guardian.

L’Ucraina

L’incontro tra i due leader, sarà importante anche per le sorti di Kiev. Fino a oggi la Cina ha mantenuto una posizione molto cauta nei confronti della Russia di Vladimir Putin. Xi Jinping e il suo ministro degli Esteri hanno condannato più volte l’invasoine russa dell’Ucraina e la guerra in corso, ma non hanno fatto mancare il loro sostegno a Mosca.

Cina e Russia hanno continuato a mantenere le loro relazioni commerciali, ma da quanto emerge al presidente Xi preoccupano soprattutto le minacce di una guerra nucleare avanzate dal Cremlino. Proprio per questo, la speranza di Biden e dell’amministrazione americana è che il governo cinese faccia pressione su Putin per allentare le tensioni e arrivare il prima possibile a un trattato di pace.

LE TENSIONI A TAIWAN

Il tema più caldo, però, è indubbiamente Taiwan. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha già preannunciato che l’incontro sarà incentrato sul reciproco sforzo a «mantenere e approfondire le linee di comunicazione, gestire responsabilmente la concorrenza e collaborare laddove i nostri interessi si allineano», con riferimento alle questioni di interesse internazionale.

Nel continente asiatico la questione primaria per Washington è la sorte di Taiwan. Lo ha dimostrato negli ultimi mesi prendendo una posizione forte contro il governo di Pechino e sostenendo l’isola. La visita della Speaker Nancy Pelosi ha rischiato una crisi diplomatica senza precedenti. E il tema è ancora più teso da quando il ventesimo Congresso del Partito comunista cinese si è concluso con il rinnovo, per altri cinque anni, della leadership di Xi Jinping. Nel corso dei suoi primi due mandati, Xi ha più volte ribadito, e lo ha rifatto anche in occasione del Congresso, la visione di una Cina unitaria che include al suo interno anche il territorio di Taiwan. E a tal fine, ha spiegato, l’impiego della forza militare resta per Pechino una strada perseguibile, anche se non auspicabile.

Per gli Stati Uniti il discorso è uguale e contrario. L’indipendenza di Taipei dalla Cina è cruciale soprattutto da un punto di vista economico: di fronte a un mutamento degli attuali rapporti commerciali con l’isola, a partire dal ricchissimo mercato dei semiconduttori, per Washington sarebbe a rischio lo status stesso di potenza leader mondiale.

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