Alle 13.30 di ieri il presidente del Riksdag (il parlamento svedese), il conservatore Andreas Norlén, ha conferito al suo compagno di partito e leader dei «Moderaterna», Ulf Kristersson, l’incarico di formare il nuovo governo. L’esecutivo che si presenterà al parlamento di Stoccolma lunedì si reggerà su una maggioranza che comprende i conservatori (terzo partito nelle urne l’11 settembre scorso), i democristiani, i liberali e , per la prima volta, «Sverigedemokraterna», l’estrema destra dei «democratici svedesi» secondo partito del paese. Il governo non vedrà la presenza di ministri dei «democratici svedesi» (anche se in queste settimane hanno incassato 4 presidenze di commissione parlamentari) ma si basa su un patto di legislatura battezzato «Accordo di Tidö» (dal nome del castello dove è stato negoziato) ed è composto da 62 pagine. Scorrendole è evidente che l’estrema destra abbia ottenuto ciò che era impossibile immaginare solo 3 mesi fa. Il suo leader, Jimmie Åkesson, ieri ha parlato, infatti, di «cambio di paradigma» affermando che «l’accordo è estremamente importante per i Democratici svedesi e per la Svezia. Questo è ciò per cui abbiamo lavorato durante i dodici anni in cui siamo stati al Riksdag e durante i miei 17 anni come leader del partito» ha continuato il leader di estrema destra per il quale l’accordo «avrà un grande effetto: stiamo rimuovendo l’istituto per i permessi di soggiorno permanenti e una lunga serie di misure che porteranno l’immigrazione legata all’asilo molto vicino allo zero».

La questione principale dell’accordo infatti è il punto «migrazione e integrazione». Qui troviamo 19 pagine che parlano di procedute intensificate per i rimpatri, di regole più rigorose per l’immigrazione di manodopera e di condizioni più restrittive per i ricongiungimenti familiari. Inoltre nell’accordo sono previsti centri di transito durante tutto il processo per il riconoscimento dell’ asilo e l’inasprimento dei requisiti di cittadinanza oltre all’aumento dei casi di revoca per i permessi di soggiorno. Anche l’accordo per contrastare le “gang” rispecchia le proposte dell’estrema destra includendo: doppia punizione per i crimini di gruppo, mezzi segreti di coercizione più efficaci, testimoni anonimi, divieti di soggiorno, abolizione degli sconti di pena per i maggiori di 18 anni. A queste norme si aggiunge il divieto di accattonaggio in tutta la Svezia. Sul versante ambientale l’accordo prevede nuovi investimenti sull’energia nucleare (il paese conta attualmente 3 centrali attive) per 400 miliardi di corone e la costruzione di nuovi impianti. Sul versante economico sociale nulla cambia rispetto al sistema scolastico ultra liberista svedese mentre si prevede la riduzione delle tasse sui risparmi. Diversi deputati liberali si sono già espressi contro l’ «accordo di Tidö» definendolo «fuori dalla storia liberale della Svezia» anche se non è detto che faranno mancare il loro voto, decisivo, in parlamento. Per la premier uscente e leader socialdemocratica, Magdalena Andersson «il loro accordo serve solo a risolvere i problemi interni nella nuova maggioranza piuttosto che a risolvere i problemi della Svezia». Più radicale il commento di Nooshi Dadgostar leader del partito della Sinistra: «il governo nazionalista di destra ha un unico interesse, dividere la società e mettere le persone l’una contro l’altra aumentando l’insicurezza e la disuguaglianza».