Si chiamava Kostas Frangoulis e aveva 16 anni. È morto ieri mattina in un ospedale di Salonicco con una pallottola nel cervello. Era ricoverato dal 5 dicembre ma fin dall’inizio i medici erano molto scettici sulle possibilità di recupero. Il vero problema del giovane Kostas era di essere rom. Per questo i poliziotti hanno decretato per lui la pena di morte per un furto di cui si è reso colpevole nella mattinata del 5 dicembre. In quella data Frangoulis era andato con il suo furgoncino agricolo a mettere carburante presso un benzinaio nei dintorni di Salonicco. Una volta versato nel serbatoio carburante per 20 euro, il giovane ha messo in moto ed è scappato senza pagare. Il benzinaio ha inveito contro di lui ma presto ha lasciato perdere.

Per lui la storia era finita lì. Purtroppo alla scena hanno assistito quattro poliziotti del gruppo Dias che pattugliano in moto. Malgrado le sollecitazioni del benzinaio di lasciar perdere, i quattro sono montati sulle moto e hanno iniziato l’inseguimento del furgone. La corsa nei sobborghi della città è durata parecchi minuti, finché a un certo punto uno dei poliziotti ha tirato fuori la pistola d’ordinanza e si è messo a sparare verso il fuggitivo fino a quando una pallottola non ha attraversato il finestrino e si è conficcata nella parte posteriore della testa del guidatore.

LA COSA SAREBBE STATA taciuta se non la avessero resa nota gli uomini dell’ambulanza che hanno soccorso il giovane. È subito intervenuto il procuratore della repubblica che ha raccolto le testimonianze dei poliziotti, piene di lacune, contraddizioni e vere e proprie menzogne. Lo sparatore ha prima sostenuto che il furgoncino faceva manovre pericolose e aveva tentato di speronare le moto, versione crollata subito, quindi il poliziotto ha ammesso di aver sparato una volta per intimidazione ma la cattiva situazione del manto stradale avrebbe fatto deviare la pallottola. Quando è stata scoperta una seconda pallottola è diventato ovvio che almeno un poliziotto aveva sparato più volte decretando la pena di morte per un furto di 20 euro. Oppure, più verosimilmente, per odio razziale verso i rom.

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FIN DAL PRIMO momento i rom greci hanno interpretato l’uccisione del giovane come un esecuzione razzista. Pochi mesi prima ad Atene un altro giovane rom è stato ucciso dai poliziotti durante un inseguimento di una macchina rubata. Anche in quel caso i poliziotti hanno raccontato menzogne a tutto spiano, che avrebbero ricevuto colpi, che stavano per speronarli, tutte smentite sul momento. Anche in quel caso, si è trattato di un’esecuzione a sfondo razziale. Malgrado le durissime proteste dei rom in tutta la Grecia (l’autostrada Atene- Patrasso è rimasta bloccata per un giorno intero per le proteste della numerosa comunità della provincia di Corinto), alla fine l’indagine si è persa in qualche anfratto della giustizia e l’assassinio è rimasto impunito.

ANCHE QUESTA VOLTA il ferimento, di fatto l’uccisione, vista la gravità della ferita in testa, di Frangoulis ha provocato la durissima risposta della comunità rom in Grecia. Per molti giorni tutte le città greche, perfino i centri più piccoli, hanno visto grandi manifestazioni di famiglie rom che protestavano. A Salonicco migliaia di rom e cittadini solidali hanno attraversato i viali centrali per molti giorni, mentre un tentativo della polizia di isolare la borgata in cui vivono è sfociato in una vera e propria rivolta che ha costretto gli agenti a ripiegare in fretta e a non farsi più vedere.

LE MANIFESTAZIONI più dure si sono svolte nei quartieri periferici di Atene, con barricate, incendi e violentissimi scontri con la polizia, proseguiti per molti giorni. Ad Atene ci sono state anche sparatorie tra polizia e manifestanti, qualcuno dei quali ha risposto ai colpi dei poliziotti con la doppietta caricata di cartucce. Un manifestante è morto in questa sparatoria.

Negli ultimi giorni le acque si erano relativamente calmate anche grazie all’inusuale severità con cui il procuratore di Salonicco si sta comportando verso il poliziotto sceriffo, da ieri imputato di omicidio colposo. Secondo informazioni provenienti dalla procura di Salonicco, il suo arresto è questione di ore. In Grecia nessun poliziotto è stato mai in galera. Sono amorevolmente protetti non solo dall’attuale governo di destra ma anche dalla magistratura. Perfino il poliziotto fascista Korkoneas che ha sparato a sangue freddo e ha assassinato il 15enne Alexis Grigoropoulos nel 2008 a Exarchia, è stato sì condannato a 13 anni di prigione ma ora circola libero perché gli è stata concessa la sospensione della pena. Il severo procuratore di Salonicco rischia quindi non solo la carriera ma anche la vita.

MALGRADO FOSSE ampiamente prevedibile, l’annuncio della morte del giovane rom ha innescato nuove proteste. Già nel sobborgo di Atene Aspropyrgos i manifestanti hanno invaso le strade e bloccato le rotaie. A Salonicco si sono registrati scontri. In serata migliaia di giovani si sono riuniti davanti ai Propilei, al centro di Atene. Il governo ha ritenuto che fosse il momento giusto per far approvare in parlamento un bonus di 600 euro ai poliziotti e intanto ha messo in allarme tutte le forze dell’ordine e questo tradotto significa nuovi pestaggi, granate stordenti e altre barbarie.